(Teleborsa) – L’evasione tributaria e contributiva in Italia sfiora quota 110 miliardi, con oltre 98 mld di euro in tasse non pagate e 11 di contributi previdenziali non versati.
A fare i conti è il centro studi di Unimpresa che ha messo in fila i balzelli non pagati dai contribuenti italiani, eleggendo l‘Irpef regina delle tasse non pagate a quota 38 miliardi, seguita a stretto giro dall’Iva, con quasi 36 mld.
In totale, le aziende riescono a nascondere quasi 15 miliardi, sommando gli 8,2 miliardi di Ires e i 6,5 miliardi di Irap: 5 i miliardi non incassati di Imu e 1,4 miliardi per le accise sui prodotti energetici.
Nel dettaglio, l’evasione nel periodo 2014-2016 si è attestata in media a 109,6 miliardi, in aumento rispetto al 2012 quando il totale dell’evaso era di 108,1 miliardi. L’Irpef è passata dai 36,3 miliardi del 2012 ai 39,2 miliardi del 2016; l’Iva da 36,3 miliardi del 2012 ai 37,1 miliardi del 2017; l’Ires da 8,4 miliardi del 2012 a 8,1 miliardi del 2017, mentre l’Irap da 8,7 miliardi del 2012 a 5,5 miliardi del 2017.
Quanto all’Imu, i contribuenti non hanno versato 3,8 miliardi nel 2012 e 4,8 miliardi nel 2017; l’ammanco sul versante delle accise sui prodotti energetici, invece, è passato dai 924 milioni del 2012 agli oltre 2 miliardi del 2017.
In netto calo l’evasione del canone Rai che dal 2016 è stato inserito nella bolletta elettrica: l’evasione relativa alla tassa sul possesso degli apparecchi televisivi era a 887 milioni nel 2012, a oltre 1 miliardo nel 2015 ed è crollata a 225 milioni nel 2017.
“L’evasione fiscale è un fenomeno assai diffuso che va affrontato conoscendo tutti gli elementi e soprattutto facendo le doverose distinzioni – commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora – mentre il Governo, con le misure introdotte nell’ultimo decreto legge vuole dare il via a una pesca a strascico pericolosa che corre il rischio di punire partite Iva e piccole imprese, spesso costrette a non pagare regolarmente le tasse per necessità e non per arricchirsi”.
“Spesso chi evade, chi paga in ritardo, chi non ottempera a tutti gli obblighi legati dalle norme tributarie è in una situazione di estrema difficoltà – aggiunge Unimpresa – non sono pochi i casi di imprenditori che si trovano di fronte a un bivio. E tra la scelta di onorare un adempimento fiscale o pagare lo stipendio dei dipendenti, si preferisce dare i soldi ai lavoratori, magari per consentire alle famiglie di fare la spesa. Tutto questo non vuol dire arrendersi di fronte alla vera evasione o soprattutto di fronte ai casi delle grandi aziende, dell’industria e della finanza, che aggirano sistematicamente le norme fiscali per chiudere i bilanci con utili milionari”.