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L'OCSE prevede crescita zero per l'Italia

(Teleborsa) –

L’ente parigino prevede tuttavia aumenti di deficit e debito pubblico dell’Italia e una sostanziale stagnazione dell’economia. Sugli investimenti, le previsioni non sono rosee a causa della perdita di fiducia da parte delle imprese e una domanda interna più debole.

Non è del tutto positiva neppure la stima dell’OCSE riguardo al tasso di disoccupazione che vede un aumento di circa due punti nell’arco di due anni. Il rapporto prevede infatti il tasso di disoccupazione risalga all’11,7% quest’anno, dal 10,6% del 2018, e poi al 12,3% nel 2020.

Rispetto al salario minimo in discussione in questo periodo l’OCSE afferma che “dovrà essere stabilito ad un livello che non danneggi l’occupazione regolare”. Positiva l’opinione sugli ampli aumenti della spesa sociale che, secondo l’OCSE, aiuteranno a ridurre il livello di povertà. “La spesa sociale – si legge – dovrebbe risultare equa a livello intergenerazionale, promuovendo al tempo stesso la crescita dell’occupazione, specialmente tra giovani e donne”.

L’Organizzazione stima poi che quest’anno il deficit potrebbe raggiungere il 2,4 per cento del Prodotto Interno Lordo, dal 2,1 per cento del 2018, e nel 2020 salirà al 2,9 per cento qualora “il governo attui solo metà del previsto aumento dell’IVA sul 2020, che vale circa l’1,3 per cento del PIL”.
Atteso in crescita anche il debito che raggiungerà quest’anno il 134,1% del PIL, dal 132,2% del 2018, mentre nel 2020 toccherà il 135%.

“L’elevato rapporto debito-PIL lascia l’Italia vulnerabile ai cambiamenti sui tassi di interesse”, avverte l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

Secondo il rapporto “disegnare e poi attuare” una spending review con il prossimo bilancio: “contribuirebbe a liberare risorse per programmi pubblici e investimenti”.

Per quanto concerne le previsioni dell’Area OCSE, l’Ente stima una crescita all’1,2% nel 2019 nell’Eurozona e al 3,2% a livello globale. Per il 2020, invece, la stima è rispettivamente di +1,4% e di +3,4%. Su tutto pesano molte fragilità, non ultima la disputa sul commercio fra USA e Cina – ha sottolineato il direttore Gurria – che sollecita “un’urgente azione di cooperazione”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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