(Teleborsa) – Se non verrà disinnescata la clausola di salvaguardia, evitando così l’aumento dell’IVA, da gennaio 2020 le famiglie pagheranno quasi 900 euro di tasse in più. Sono le prime stime che arrivano dopo le dichiarazioni del ministro dell’Economia Giovanni Tria sul probabile aumento dell’imposta in assenza di “soluzioni alternative”.
L’AUMENTO IVA PER LE FAMIGLIE: Secondo l’ufficio studi di Confcommercio, l’aumento si tradurrà in 382 euro di maggiori tasse a testa, che mediamente, se scatterà tutto l’aumento previsto dalle clausole di salvaguardia dell’ultima legge di Bilancio, diventerà di 889 euro a famiglia.
L’aumento riguarderebbe tutte le aliquote, come stabilito dalla legge di Bilancio e dagli accordi con l’UE: l’Iva agevolata al 10% dovrebbe arrivare all’11,5% nel 2019 e al 13% nel 2020; l’Iva ordinaria al 22% nel 2019, crescendo nel 2020 al 24,9%, e arrivando al 25% dal 1° gennaio 2021, toccando la quota record del 26,5% nel 2022.
Tutto ciò andrebbe a impattare sui consumi e sulla spesa delle famiglie. Come ricorda Confcommercio, con l’aliquota dal 10% al 13% aumenterebbe, tra l’altro, il prezzo di prodotti come yogurt, omogenizzati, salumi, farmaci, elettricità e voli aerei, mentre un aumento dell’Iva dal 22% al 25% interesserebbe prodotti come caffè , sigarette, abbigliamento, calzature, smartphone e profumi.
L’AUMENTO PER GLI ARTIGIANI: Il tutto porterebbe a un aumento medio delle tasse di 382 euro a persona, il che significherebbe quasi 900 euro a famiglia e un colpo alle imprese e agli artigiani, come sottolineato anche dalla Cgia di Mestre. “Se non verranno recuperati entro la fine di quest’anno 23,1 miliardi di euro, l’aliquota ordinaria passerà dal 22 al 25,2 per cento, mentre quella ridotta dal 10 salirà al 13 per cento. In questo modo dal 2020 l’Italia potrebbe essere il Paese con l’aliquota Iva ordinaria più elevata dell’area dell’Euro. Un balzo che – specifica la Cgia – “ci consentirebbe di scavalcare tutti e di posizionarci in testa alla classifica dei più tartassati dall’Iva”.
LA SERIE STORICA DELL’IVA: L’aliquota ordinaria dell’Iva è stata introdotta per la prima volta nel 1973 al 12% e fino a oggi è aumentata 9 volte. Gli ultimi aumenti Iva sono avvenuti nel settembre 2011, col passaggio dal 20% al 21%, e a ottobre 2013 quando si arrivò all’attuale 22%. Il balzo di 10 punti dal 12% del 1973 al 22% attuale rendono l’Italia il Paese UE dove l’IVA è cresciuta di più: seguono la Germania, con una variazione di 8 punti dall’11 al 19%; l’Olanda, con un aumento di 5 punti dal 16 al 21%), l’Austria e il Belgio, con aumenti rispettivamente del +4% e del +3%. La Francia rimane a oggi l’unico Paese che non ha registrato alcun aumento.