(Teleborsa) – La politica lavori per evitare qualsiasi aumento dell’Iva che, anche modulato, rischia di portare il Paese in recessione. È l’appello che le associazioni dei commercianti hanno lanciato al governo, impegnato nella Nota di aggiornamento al Def e in vista della manovra di bilancio.
“Eventuali interventi sull’Iva, sia pure di entità inferiore ai 23 miliardi previsti dalle clausole, non avrebbero altro risultato che portare ad una contrazione dei consumi che, in un momento di indebolimento del quadro internazionale, rischiano di portare l’economia in recessione“, spiega l’Ufficio Studi di Confcommercio nel commentare i dati Istat sull’inflazione.
“I sintomi di un quadro congiunturale poco dinamico emergono dalle prime stime sull’andamento dell’inflazione di settembre – ha proseguito Confcommercio – Il sensibile calo su base mensile ha riflesso gli andamenti stagionali di alcuni segmenti, lasciando inalterata rispetto ai due mesi precedenti la variazione annua. La scarsa mobilità dei prezzi si legge anche dal permanere dell’inflazione di fondo su valori storicamente molto contenuti. In questo momento la sostanziale assenza d’inflazione sembra essere uno dei pochi elementi in grado di mantenere il potere d’acquisto delle famiglie“.
Anche in merito al tasso di disoccupazione, in lieve calo ad agosto, l’associazione avverte di non lasciarsi andare “a facili entusiasmi”, in particolare “alla luce del protrarsi di una situazione di sostanziale stabilità dei livelli occupazionali”.
“La decisa riduzione, rilevata nell’ultimo anno delle persone in cerca di occupazione, trova, infatti, ampia motivazione nei cambiamenti demografici. Al di là di questo aspetto non va trascurato che gran parte della tenuta occupazionale continua a riflettere gli effetti della legge Fornero, mentre permangono difficoltà per il segmento tra i 35-49 anni”.
Stessa preoccupazione è stata espressa da Confesercenti che sottolinea come l’inflazione ferma dimostri la debolezza dei consumi. Il dato dell’indice dei prezzi, a livelli molto bassi da tre mesi – lo 0,4% tendenziale – “continua a rimandarci un’immagine dell’economia italiana nella quale, più che in altre realtà in Europa, persiste e si accentua un problema di scarsa domanda complessiva“.
Anche Confesercenti ha chiesto al Governo di lavorare sulla prossima Legge di bilancio perché contenga “i massimi sforzi per non deprimere ulteriormente la domanda e rilanciare consumi ed investimenti“.
“In questo quadro – sottolinea l’associazione – l’eventualità di un aumento, anche parziale, delle aliquote Iva, di imposizione fiscale sui prelievi di contante, sarebbero una doccia fredda, innanzitutto psicologica oltreché economica, che famiglie ed imprese non sarebbero in grado di sopportare”.
Da qui la richiesta che la politica usi “tutti i margini possibili, anche nel dialogo con l’Europa, per concentrarsi sulle priorità: mettere in campo tutti gli strumenti volti a favorire la crescita e l’aumento della domanda“.
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