(Teleborsa) – A febbraio l’Istituto Nazionale di Statistica stima che il fatturato dell’industria italiana sia in aumento in termini congiunturali dello 0,3%, proseguendo la dinamica positiva di gennaio. Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo si è comunque contratto dell’1,6% rispetto ai tre mesi precedenti.
Gli ordinativi hanno registrato una diminuzione congiunturale del 2,7%, nella media degli ultimi tre mesi, mentre sui tre mesi precedenti, si è evidenziato un calo dell’1,3%.
La dinamica congiunturale del fatturato è sintesi di un aumento del mercato interno, che si attesta ad un +0,8%, e di una flessione di quello estero, in riduzione dello 0,9%. Per gli ordinativi il calo congiunturale riflette una leggera contrazione delle commesse provenienti dal mercato interno per uno 0,4% e di una più accentuata diminuzione di quelle provenienti dall’estero, che mostrano un meno 6,0%.
Nel secondo mese dell’anno, gli indici destagionalizzati del fatturato, in riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, segnano un aumento congiunturale dell’1,2% per i beni strumentali, una lieve riduzione, dello 0,1%, sia per i beni di consumo che per i beni intermedi e un calo più consistente, arrivato a toccare l’1,0%, per l’energia.
Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 20 come a febbraio 2018), il fatturato totale è cresciuto in termini tendenziali dell’1,3%, con incrementi dell’1,1% sul mercato interno e dell’1,6% su quello estero.
Con un focus al comparto manifatturiero, il settore dei macchinari e attrezzature ha evidenziato una crescita tendenziale più rilevante, comportando un incremento del 5,5%, mentre l’industria dei mezzi di trasporto ha mostra la flessione maggiore, soffrendo una perdita del 5,6%.
L’indice grezzo degli ordinativi segna un calo tendenziale del 2,9%, sintesi di un modesto incremento dello 0,6% per il mercato interno e di una marcata diminuzione, del 7,7%, per il mercato estero. La maggiore crescita tendenziale si registra nel settore dell’elettronica (+1,4%), mentre il peggior risultato si rileva nell’industria farmaceutica (-8,4%).