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Intervista, Anna Donati: 40 anni nel mondo dei trasporti e della sostenibilità ambientale

(Teleborsa) – Anna Donati, di Faenza, classe 1959, è esperta di tutela del territorio, mobilità sostenibile ed infrastrutture di trasporto. Decisamente numerose le sue esperienze nel settore. Dal 2011 al 2013 Assessore alla mobilità ed infrastrutture a Napoli. Nel 2009-2010 era stata Direttore Generale dell’Agenzia Campana per la mobilità sostenibile (ACAM). In precedenza, dal 1987 al 1992 deputata per i “Verdi” eletta in Emilia-Romagna, dal 1993 al ’95 Assessore alla Mobilità del Comune di Bologna con la soluzione il progetto per la nuova ferrovia veloce. Dal 1995 al 2001 Responsabile nazionale Trasporti del WWF Italia; Consigliere d’Amministrazione delle Ferrovie dello Stato dal 1998 al 2001). Rieletta alle “politiche” 2001 al Senato e confermata nel 2006.

Per il triennio 2018-2021 Anna Donati fa parte del Direttivo di Sipotrà, Associazione che si occupa di politica dei trasporti in Italia, presiede il Comitato Scientifico di Rete Mobilità Nuova, un’alleanza nata nel 2012 per promuovere le iniziative nelle città a sostegno di pedoni, ciclisti e pendolari. E’ componente di Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility promosso dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile e Ministero per l’Ambiente. Collabora con Legambiente ed il WWF Italia e le principali associazioni. E’ socia della FIAB, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta.

Dal 2018 nel Consiglio Direttivo del Touring Club Italia. Anna Donati collabora con Kyoto Club, di cui è coordinatrice del Gruppo Mobilità e Portavoce della nuova Alleanza per la Mobilità Dolce (AMODO), che mette insieme le principali associazioni impegnate nella salvaguardia del patrimonio ferroviario locale, nello sviluppo delle greenways, dei cammini e dei percorsi turistici a tutela del paesaggio e della “mobilità dolce”.

A poco più di due anni dalla nascita di AMODO, Alleanza della “Mobilità Dolce”, di cui Lei è stata nominata portavoce, un primo bilancio di questa Sua nuova esperienza…

E’ un bilancio certamente positivo. Sono 28 le Associazioni che hanno promosso l’Alleanza e già un’altra decina hanno aderito al nostro Manifesto. La nostra esperienza come Alleanza per la “Mobilità Dolce” nasce dal lavoro di molte associazioni nazionali e locali che da molti anni si sono impegnate su temi dell’ambiente, dei cammini, bicicletta, greenways e treni turistici. Tra queste associazioni c’è anche Kyoto Club, che si impegna per contrastare le emissioni di gas serra e promuove la mobilità sostenibile. C’è chi si impegna nei comuni “virtuosi” per la sostenibilità, per la scoperta di Borghi Autentici d’Italia, le loro bellezze e unicità, ed anche Associazioni per la tutela di parchi e oasi. Fanno infine parte della Alleanza quanti si occupano di turismo, come il Touring Club Italiano, Tezze di Mezzo e AITR che lavorano per un turismo responsabile e sostenibile. Quindi ci sono quattro mondi dentro AMODO. Anche in Italia cresce la voglia di “Mobilità dolce”, a piedi, in bicicletta o su di una ferrovia turistica. Certo siamo ancora piccoli e poco conosciuti, ma le potenzialità di crescita sono concrete.

AMODO è piattaforma di promozione del confronto sui temi del paesaggio, della mobilità e del viaggio slow in Italia. Quali i rapporti con le istituzioni e la politica locale e nazionale e quali sono i temi “emergenziali” che andrebbero affrontati in Italia…

Abbiamo impostato un dialogo proficuo con il mondo dei treni turistici, con una interlocuzione fondamentale con Fondazione FS, che realizza appunto treni turistici sulle linee dei cosiddetti “Binari senza tempo”. Allo stesso modo c’è un buon dialogo con tutte le società regionali riunite sotto ASSTRA, tra cui ARST con lo storico trenino verde sardo, con le Ferrovie della Calabria ed il treno della Sila, con EAV in Campania. Temi su cui abbiamo quindi una buona interlocuzione con gli uffici del MIT. Allo stesso tavolo abbiamo un confronto deciso e utile con ANSFISA, cosi come è costante l’interlocuzione con RFI, su investimenti, ferrovie sospese e ferrovie dismesse. Per il mondo della bicicletta stiamo seguendo la realizzazione delle ciclovie turistiche nazionali. Un altro dialogo interessante in corso è con l’Agenzia del Demanio, che sta mettendo a bando diversi manufatti per l’accoglienza lungo ciclovie e cammini. L’emergenza più reale in Italia è passare “dalle parole” alla realizzazione concreta delle reti e dei servizi per la “Mobilità Dolce” su cui viaggiatori e viaggiatrici possano crescere in tempi rapidi.

Appena un mese dopo la nascita dell’Alleanza è stata approvata la Legge per lo sviluppo della mobilità ciclistica…

E’ stato un vero successo delle associazioni ambientaliste e anche della nostra Alleanza per la “Mobilità Dolce”. Ma senza dimenticare che senza la tenacia e passione dell’on. Paolo Gandolfi non avremmo ottenuto una Legge approvata all’unanimità dal Parlamento. La legge è buona ma come tutte le Leggi va attuata. E qui cominciano le note dolenti. La “mobilità dolce” sembra una stagione in fiore che stenta a sbocciare in Italia perché i diversi provvedimenti approvati all’unanimità dal Parlamento nella scorsa legislatura rischiano di non trovare una concreta attuazione, ritardando la realizzazione di interventi, percorsi e servizi già finanziati per le ferrovie turistiche, le ciclovie nazionali ed i cammini storici italiani. Per esempio è da settembre che siamo in attesa del Piano Nazionale per la mobilità ciclistica, che ancora non arriva. Per questo abbiamo rivolto al Governo a quasi un anno dal suo insediamento quattro richieste: emanare i decreti attuativi ancora fermi sulle ferrovie turistiche, di adottare il Piano Generale Mobilità Ciclistica ed aprire un tavolo partecipato al MIT per le ciclovie, aggiornare il portale dell’l’Atlante dei Cammini, prevedere nuove risorse nella prossima Legge di Stabilità 2020 per la mobilità dolce nel suo complesso, in modo da dare continuità alla realizzazione delle reti.

Da poco è iniziata la “Primavera della Mobilità Dolce”. Molti gli eventi in programma…

L’Alleanza per la “Mobilità Dolce” promuove la “Primavera per la Mobilità Dolce 2019”, che ha organizzato dal 21 marzo al 21 giugno decine di eventi per chi ama pedalare, camminare, scoprire ferrovie e treni turistici. Abbiamo lanciato l’idea di costituire un Atlante per la Mobilita Dolce dove integrare le reti ferroviarie, ciclabili, le greenways, i cammini con borghi, beni storici e bellezze e bontà del territorio. Nel contesto della Primavera si svolge il 4 e 5 maggio la seconda Giornata Nazionale delle Ferrovie delle Meraviglie, dove antiche ferrovie e vecchi tracciati saranno valorizzati con treni storici, ferrovie turistiche o come greenways su cui camminare e pedalare. È’ un evento importante della Alleanza AMODO, con tanti treni turistici, in collaborazione con Fondazione FS, con gli Amici della Ferrovia della Calabria, con le Rotaie sulla transiberiana d’Italia, con Asstra e le ferrovie regionali. Ma anche con le associazioni che chiedono di riaprire vecchie ferrovie con treni turistici e treni locali, o di essere trasformate in dolci greenways. Ferrovie delle Meraviglie sono parole che evocano la bellezza di binari inseriti in modo magnifico nel paesaggio, con opere d’arte, con un minimo consumo di suolo, con treni turistici che possono dare slancio alle comunità locali contro il degrado e l’abbandono dei territori. Chiuderà la Primavera della “Mobilità Dolce” la consueta maratona ferroviaria che quest’anno si svolgerà in Sardegna il 20-21-22 giugno, dove oltre ai treni sardi, vedremo anche le ciclovie, i cammini e il velorail, per la multimodalità dolce.

Il suo impegno non è solo per la mobilità dolce, ma più in generale per la mobilita sostenibile nelle città e ora con l’associazione Kyoto Club. Di che cosa si tratta?

Kyoto Club è una associazione, come indica anche il nome, cha da 20 anni esatti si impegna per contrastare le emissioni di gas serra ed il loro effetti negativi sul pianeta, la salute, le persone, l’economia. Un’associazione che ha compreso con largo anticipo che questo sarebbe diventato un tema chiave tra i problemi ambientali, come oggi sotto gli occhi di tutti. Ogni giorno Kyoto Club lavora per le energie rinnovabili, l’economia circolare, rifiuti zero, l’agricoltura pulita, la mobilità sostenibile. Io seguo la mobilità sostenibile, dato che ben oltre un quarto delle emissioni di gas serra in Italia e in Europa deriva dai trasporti. Uno dei progetti principali è MobilitAria, un rapporto annuale realizzato da Kyoto Club insieme al CNR IIA, sulle politiche di mobilita e qualità dell’aria nelle grandi città italiane (www.kytoclub.org)

Sono molte le donne che hanno fatto della causa ambientalista una loro missione di vita, ultima a salire alla ribalta nelle cronache internazionali è la giovanissima Greta Thunberg, l’attivista svedese diventata un’icona dell’ambientalismo e della lotta ai cambiamenti climatici a poco più di 16 anni. Come pensa che le donne possano contribuire in modo significativo nel dibattito mondiale sul raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas-serra?

Il mio impegno per la difesa dell’ambiente, del territorio, contro le grandi opere, per la mobilità sostenibile in città, è stato molto intenso, a volte carico di delusioni, a volte con qualche successo. Ma è normale quando il cambiamento richiesto è davvero profondo, richiede idee nuove, comportamenti nuovi, nuove tecnologie, nuove consapevolezze. E mi pare che qualcosa stia cambiando. Ma ora non c’è più tempo e bisogna accelerare la transizione verso una economia fossil free. E le donne ci sono in prima persona, in queste innovazioni, nell’impegno e nella partecipazione. Ricordo bene che quando nel 1998 fui nominata la prima donna nel Consiglio di Amministrazione delle Ferrovie dello Stato, in varie interviste mi veniva chiesto che ne pensassi. Avevo un’unica risposta: speriamo che oltre ad essere la prima di non essere anche l’ultima! E così è stato, anche nel mondo della mobilità.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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