(Teleborsa) – Resta elevato il carico dei tributi locali sulle imprese. A dispetto della lieve riduzione della pressione fiscale su capannoni e uffici (-0,2%), dovuto prevalentemente alla deducibilità dell’IMU, negli ultimi 7 anni la pressione fiscale è aumentata per gli uffici dell’8,3% (in media 593 euro in più) e per i capannoni industriali dell’8,5% (l’incremento è stato di 3.113 euro).
È quanto mette in luce il 7° Rapporto sulla fiscalità locale promosso da Assolombarda, che esamina un bacino di imprese comprendenti la Città Metropolitana di Milano e delle province di Lodi e Monza e Brianza, paragonando le variazioni subite dalle imposte gravanti sugli immobili di impresa (IMU, TASI, TARI, oneri di urbanizzazione, Addizionale Irpef).
“L’analisi nasce con l’obiettivo di offrire alle Amministrazioni Comunali uno strumento utile a orientare le politiche future e ridurre il peso dell’imposizione fiscale che ancora grava pesantemente sulle nostre imprese”, ha dichiarato Alessandro Spada, Vicepresidente Vicario di Assolombarda, il quale ricorda che “al contrario il fisco dovrebbe essere una delle leve strategiche attraverso cui promuovere la crescita e la competitività delle aziende, che devono poter contare su un sistema tributario equo, semplice, certo e che duri nel tempo”.
I Comuni con il livello di pressione fiscale più alto sono quelli di grandi dimensioni e più vicini ai 3 capoluoghi. I primi cinque per carico fiscale complessivo sulle imprese (considerando IMU, TASI e TARI su uffici e capannoni) sono: Milano, Sesto San Giovanni, Paullo, Rozzano e Cologno Monzese. Anche Monza e Lodi sono alti in graduatoria, rispettivamente alla 7° e alla 10° posizione. Allontanandosi dai principali capoluoghi, invece, la situazione migliora. I comuni più virtuosi in termini di pressione fiscale sono tutti in provincia di Lodi. Tra questi troviamo: Castelnuovo Bocca D’Adda, Cornovecchio, Maccastorna, Cavacurta e Fombio.
Guardando alle singole imposte, IMU e TASI rimangono sui valori del 2017 grazie alla Legge di Stabilità 2018 che ha imposto ai Comuni, già dal 2016, il divieto di aumentare le aliquote. Dal 2012, tuttavia, gli importi dovuti per queste imposte sono cresciuti complessivamente dell’11,4% per gli uffici e del 22% per i capannoni. Analogamente l’Addizionale Irpef non si muove. In leggero aumento gli oneri di urbanizzazione (+1% per gli uffici e +0,8% per i capannoni) con un incremento cumulato dal 2012 del 6%.
Dall’analisi emerge, invece, una diminuzione della tassa sui rifiuti (-0,6% per gli uffici e -0,5% per i capannoni industriali).