(Teleborsa) – Arriva il nuovo Archivio nazionale dei contratti collettivi di lavoro.
La piattaforma è stata presentata oggi a Roma nella sede del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. Grazie ad essa sarà possibile associare a ciascun ccnl reperibile nell’archivio del CNEL il numero di lavoratori dipendenti ai quali è applicato, sulla base del flusso di comunicazioni UNIEMENS che i datori di lavoro trasmettono mensilmente all’INPS.
A rendere nota l’evoluzione è lo stesso Cnel precisando che l’Archivio, disponibile sul sito istituzionale all’indirizzo https://www.cnel.it/Archivio-Contratti, nasce dalla collaborazione tra CNEL e INPS, ed è organizzata in 4 sezioni principali: contratti dei lavoratori dipendenti del settore privato; contratti dei lavoratori dipendenti del settore pubblico; accordi relativi ai lavoratori parasubordinati; accordi economici collettivi relativi a categorie di lavoratori autonomi.
Attualmente, l’Archivio del CNEL è l’unico strumento per la misurazione dell’andamento della contrattazione e per contrastare i contratti pirata tutelando i livelli salariali. Per ogni contratto è possibile accedere a tutti gli accordi di rinnovo depositati dalle organizzazioni firmatarie a partire dal 1990 e, per alcuni, è possibile risalire fino agli Anni Cinquanta del secolo scorso. Ai dati sul numero dei lavoratori si accede cliccando sulla voce “CCNL settore privato” Cnel-Inps (in formato Excel). Questo inoltre è classificato per settori contrattuali e ha l’obiettivo di facilitare gli utenti nella ricerca dei ccnl di loro interesse. Tale classificazione prevede 13 macrosettori suddivisi in 96 settori contrattuali. Ciascun ccnl del settore privato è classificato in un solo macrosettore (se si applica a due o più settori è classificato nel macrosettore “V – contratti multisettoriali”) e può essere classificato in più settori contrattuali nel caso si tratti di un ccnl plurisettoriale.
“L’iniziativa – ha detto il presidente CNEL Tiziano Treu – rappresenta un passo importante anche per far chiarezza, far emergere i contratti falsi e andare nella direzione di una normativa più chiara sulla rappresentatività”.