(Teleborsa) – Si stringono i tempi per la risposta italiana alla procedura d’infrazione per debito eccessivo arrivata dalla Commissione Europea. Secondo fonti UE, il ministro dell’Economia Giovanni Tria dovrebbe vedere il commissario agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici il prossimo venerdì a Osaka, in occasione del vertice tra i ministri finanziari europei a margine del G20.
In quella occasione, il titolare di via XX Settembre porterà la proposta del governo per evitare l’avvio della procedura: secondo le stesse fonti, ci sarebbero tutte le premesse per raggiungere un accordo.
Che la risposta italiana sia in corso di definizione lo si evince anche dallo slittamento del ddl sull’assestamento di bilancio che doveva essere affrontato nel consiglio dei ministri in programma questa sera e che invece è stato spostato al prossimo lunedì, ufficialmente a causa dell’assenza di premier, vicepremier e ministri in partenza per il Giappone.
Ufficiosamente, il rinvio è invece arrivato per dare modo al governo – ma soprattutto ai tecnici del Mef – di trovare i fondi per il taglio del deficit al 2,1% del PIL in modo da evitare la procedura d’infrazione.
Da qui lo slittamento dell’assestamento di bilancio, di norma approvato entro il 30 giugno e che invece quest’anno diventa un passaggio fondamentale per le sorti dell’Italia.
Oltre all’Europa, Tria (e Conte) dovrà convincere anche l’altra metà del governo, quella più politica rappresentata da Luigi Di Maio e Matteo Salvini, su come evitare la procedura.
Dal Mef la prima proposta è stata quella di usare il tesoretto di 3 miliardi ricavati dai risparmi di Reddito di cittadinanza e Quota 100 e da maggiori entrate fiscali e minori spese da quantificare proprio nel ddl d’assestamento, per coprire parte del deficit.
I due vicepremier però potrebbero non essere d’accordo vista la possibilità di usare quei fondi per proposte più “politiche”, come il taglio delle tasse o investimenti: in tutto questo, i tecnici del Mef dovranno comunque trovare altre soluzioni perché i 3 mld rischiano di non bastare.