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Fondo Povertà educativa, dalle Fondazioni bancarie un sostegno di 600 milioni in sei anni

(Teleborsa) – E’ stata presentata oggi a Roma presso la sede dell’ACRI una indagine sulla povertà educativa minorile, condotta da Demopolis per l’impresa sociale Con i bambini in qualità di soggetto giuridico attuatore del Fondo contro la povertà educativa minorile. Indagine che mette in evidenzia la percezione della gravità del problema e le responsabilità, ma anche le diseguaglianze presenti nel Paese ed una serie di false percezioni.

“Abbiamo promosso questa indagine – ha spiegato Carlo Borgomeo presidente di Con i Bambini- per confrontarci non solo con ii dati rilevati dal nostro Osservatorio e con la domanda che arriva prepotentemente dai territori, ma anche con la percezione del fenomeno nell’opinione pubblica. Il fatto che per la quasi totalità degli intervistati la povertà educativa minorile sia un fenomeno grave e che incide direttamente sullo sviluppo del Paese ci fa capire che, anche se con alcune sfumature, il livello di preoccupazione sulla dimensione del problema è ampiamente diffuso e sentito”.

“Credere però che sia un fenomeno che riguarda solo il Sud (63%) o gli adolescenti (56%) – ha aggiunto – è un errore prospettico: la povertà educativa, seppur marcata in molte aree meridionali e tra i giovanissimi, come dimostrano i tanti progetti avviati sul territorio nazionale, anche se con diversa gravità riguarda tutto il Paese e intacca il futuro dei ragazzi già dalla prima infanzia. E’ proprio da qui che dovremmo affrontare e che affrontiamo il fenomeno”.

Le Fondazioni bancarie hanno contribuito sinora per 600 milioni di euro alla lotta alla povertà educativa, finanziando nel triennio 2016-2018 i primi 355 progetti per un valore di circa 360 milioni di euro. La Legge di Bilancio 2019 ha confermato il Fondo per il triennio successivo, mettendo a disposizione 55 milioni di euro annui di credito di imposta, che porta il contributo delle Fondazioni a 80 milioni di euro l’anno.

“Il Fondo nasce da un partenariato pubblico-privato. E’ una iniziativa di apertura di un percorso come quello che devono fare le Fondazioni”, ha affermato il Presidente dell’ACRI, Francesco Profumo, nel suo intervento alla presentazione dell’indagine.

“Lo sviluppo sostenibile – ha sottolineato – passa dall’intreccio di dinamiche economiche, sociali e ambientali. Offrire ai giovani opportunità concrete per formarsi e crescere liberi, coinvolgendo le comunità, è la chiave su cui puntare per contribuire a contrastare la povertà”.

Profumo ha voluto mettere in luce alcuni punti, fra cui la percezione del Paese nei confronti della povertà educativa, che è aumentata, e la percezione che la povertà sia un fenomeno radicato prettamente al Sud. “Qquesto non è vero, la povertà è un problema del Paese”, ha affermato. Un altro punto che su cui si è soffermato il Presidente dell’ACRI è che sembra un problema che riguarda perlopiù gli adolescenti e non anche l’infanzia: solo il 10% ritiene che la fascia 0-6 non sia interessata al fenomeno. “Ma anche questa percezione non è corretta”, ha affermato.

Ecco cosa dice l’indagine condotta su un campione di 3600 italiani

Il 43% dichiara di aver sentito parlare della povertà educativa ed il 25% ammette di non sapere di cosa si tratti, pur avendone sentito parlare. Se si chiede cosa la determina, la maggioranza (76%) parla di disattenzione dei genitori, il 67% di disagio sociale, il 64% di svantaggio economico, il 62% di conflittualità familiare, ma si cita anche la frequenza scolastica irregolare e l’uso eccessivo dei social network.

I bambini di oggi sono frutto di città diseguali. La maggior parte degli intervistati sostiene che le città non sono a misura di bambino (inadeguatezza servizi sociali, spazi verdi ecc.). Sud si conferma particolarmente penalizzato.

Quanto pesa la scuola? Per il 71% degli italiani il sistema scolastico è in gran parte peggiorato ( a causa della riduzione di risorse ed anche di relazioni infruttuose con il mondo del lavoro 63%).

Se si guarda al vissuto l’unica dimensione non curriculare che emerge è lo sport (60%), mentre solo metà dei ragazzi ha partecipato nell’ultimo anno a spettacoli, è andato al cinema o ad altri eventi culturali, almeno un 58% non ha letto neanche un libro ed il 72% non ha potuto fruire del tempo pieno a scuola.

Emergono alcuni dati positivi: cresce sempre la consapevolezza dell’opinione pubblica che la povertà educativa sia grave (lo è per 9 cittadini su 10) e l’83% ritiene importanti le azioni di contrasto della povertà educativa.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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