(Teleborsa) – Il fallimento del tour operator inglese Thomas Cook ha lasciato a terra 600 mila i clienti, di cui 150 mila britannici e, di questi ultimi, 16 mila dovevano in fase di rientro oggi 23 settembre 2019.
Un problema i dimensioni grandissime, che ha richiesto l’intervento del il Governo inglese e della Civil Aviation Authority (CAA), autorità di regolamentazione del settore aereo del Regno Unito, che hanno istituito un ponte per il rimpatrio dei turisti bloccati a causa del crack.
Il Ministro dei Trasporti Grant Shapps ha annunciato che sono stati approntati una quarantina di aerei charter, noleggiati perlopiù da British Airways e , per sostituire la flotta del tour operator, che era composta da 30 Airbus A321-200, 10 A330-200 per il lungo raggio e un Boeing 757-300 ed un altro ancora da ricevere, in totale 41 aerei.
L’operazione è stata battezzata da Londra Operation Matterhorn (Operazione Cervino) e si classifica come il ponte aereo più grande dal dopoguerra. E per questo motivo si teme che ci vorranno almeno due settimane per riportare a casa tutti i turisti sparsi nel mondo: dall’Europa al Medio Oriente, dal Nord Africa ai Caraibi. Una grande sfida dal punto di vista logistico e un grave disagio per i turisti che temono di vedersi rigettare l’allungamento del soggiorno presso le località di vacanza.