(Teleborsa) – In attesa dell’incontro di stasera fra il Premier Giuseppe Conte ed i Mittal sul futuro dello stabilimento EX Ilva di Taranto, il governo prepara il decreto salva-Taranto, che potrebbe comprendere il ripristino dello scudo penale, una revisione del canone d’affitto e il coinvolgimento di società pubbliche, in cambio di garanzie occupazionali.
UN ALTRO BLITZ A TARANTO – Sul fronte delle indagini, è in corso nello stabilimento siderurgico pugliese una ispezione dei carabinieri, per accertare la situazione generale della fabbrica, le bonifiche ed attività di manutenzione finora eseguite e la sicurezza sul lavoro. L’indagine mira ad accertare, più nello specifico, se vi sia stato depauperamento di materie prime, se siano state eseguite manutenzioni o se gli impianti rappresentino un pericolo per i lavoratori. Un controllo attento riguarderà soprattutto l’area “a caldo” il cui spegnimento è stato rinviato dall’azienda su richiesta della Procura.
“PIENO COORDINAMENTO” DELLE PROCURE – Uno scambio di atti istruttori è avvenuto tra le Procure di Taranto e Milano, che hanno avviato indagini parallele sul caso ArcelorMittal. Fonti giudiziarie Affermano che c’è “pieno coordinamento” fra le due Procure, che indagano su aspetti diversi della questione.
IMPRESE INDOTTO A RISCHIO IN TUTTA ITALIA – A Taranto, prosegue ad oltranza per il quinto giorno consecutivo il presidio delle aziende dell’indotto, con un picchettaggio davanti alle portinerie dello stabilimento siderurgico di Taranto. Motivo della protesta è il pagamento delle fatture già scadute, rispetto alle quali è guerra di numeri: mentre gli imprenditori parlano di “pochissimi” pagamenti Confindustria Taranto dipinge un quadro più roseo, auspicando il saldo integrale delle fatture scadute entro le prossime 24/48 ore. Confartigianato ha lanciato un allarme per 3mila imprese piemontesi attive nella subfornitura e nell’indotto ed ha sollecitato “misure urgenti per salvare aziende e posti di lavoro”.