(Teleborsa) – Come finirà la Brexit è un enigma ancora da risolvere. Nel frattempo, però, all’orizzonte iniziano a scorgersi le conseguenze di quello che dalle parti di Londra è ormai diventato un vero e proprio massacro politico in cui non mancano le vittime. Tra i due litiganti, il terzo gode.
IL “DOPPIO SCHIAFFO” – Gli ultimi sondaggi elettorali in vista delle Europee di fine maggio, il 23 in Gran Bretagna, danno il neonato “Brexit Party” di Nigel Farage primo partito al 34%.
Numeri che, se confermati, assumerebbero i connotati del boom gettando nello sconforto i due maggiori partiti britannici – da un lato i conservatori della Premier Theresa May che escono politicamente distrutti dai negoziati sull’uscita dell’Unione Europea, dall’altro i laburisti di Jeremy Corbyn, che speravano di sfruttare il calo degli avversari per conquistare il primato nei consensi. . A Bruxelles, intanto, si inizia a guardare al voto britannico con una certa preoccupazione.
A far tremare i partiti “tradizionali” preannunciando la vittoria sonora degli euroscettici guidati dall’ex leader di Ukip, un sondaggio condotto da Opinum per conto dell’Observer, il domenicale del Guardian, che proietta il Brexit Party al 34%, con consensi più larghi di Labour e Tory messi insieme che otterrebbero rispettivamente il 21% (-3% rispetto al 2014) e l’11%, un vero e proprio tracollo (-12%), quest’ultimi scavalcati dai LibDem.