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Europa al voto, appuntamento cruciale per il futuro della UE

(Teleborsa) – Tutto pronto per le elezioni europee 2019: le più importanti per l’Unione europea dalla sua fondazione e le prime dopo la Brexit. Un appuntamento cruciale per il futuro dell’Europa in cui le forze tradizionali di centrodestra e centrosinistra devono fronteggiare l’avanzata di sovranisti, populisti ed euroscettici. Si assisterà a un vero e proprio derby politico-economico fra due concezioni della Ue: federalisti contro sovranisti. Per l’Italia, invece, si tratterà anche di una sorta di primo test nazionale per il governo Conte e per Lega e M5S, che già da tempo hanno deciso di correre separatamente.

Alcuni dei possibili scenari per il dopo voto nella UE vanno dalla creazione di un blocco dei sovranisti guidato dalla Lega, all’ipotetica spaccatura del Ppe, dalla formazione del polo liberal-centrista di Macron, alla ricollocazione dei pentastellati.

In Italia per quasi tutte le forze politiche la partita si vince o si perde per un paio di punti. La Lega deve centrare l’obiettivo del 30% se vuole rompere con i 5 Stelle o imporgli i propri piani. Grillini e PD si contendono il secondo posto. Per Forza Italia la soglia psicologica per la sopravvivenza è il 10%. Dai sondaggi emerge una situazione ancora fluida e allora il futuro di questi partiti è appeso a quei cinque-sette milioni di indecisi che, solo quando entreranno nel seggio, decideranno dove mettere la croce.

Intanto, sono arrivati i primi exit poll del voto in Olanda del 23 maggio. Contro ogni previsione il primo round dell’eurovoto se lo aggiudicherebbero i socialisti seguiti da conservatori e liberali, mentre populisti di destra e Sinistra verde si attestano in terza posizione. I Paesi Bassi sono stati il primo Stato a votare insieme al Regno Unito, ma da Londra non sono previsti exit poll fino domenica sera quando le urne si saranno chiuse per tutti i membri dell’Unione. In testa sarebbero quindi i laburisti del PvdA cui andrebbero 5 seggi, mentre la batosta più grande sarebbe quella subita da Geert Wilders, alleato di Salvini, che si aggiudicherebbe solo un seggio.

L’Europa che uscirà dalle urne dovrà, quindi, definire la propria posizione nello scacchiere internazionale, nel quale gioca un ruolo importante, ma molto differenziato. Dovranno essere definiti nuovi equilibri su cui pesano Brexit in primis, ma anche la guerra commerciale e le tensioni con gli Stati Uniti di Donald Trump e il rapporto ondivago con la Cina.

GUIDA AL VOTO – Tutto quello che c’è da sapere

QUANDO SI VOTA – Tra il 23 e il 26 maggio 2019 quasi 400 milioni di cittadini dei 27 Stati si recheranno alle urne per eleggere i loro rappresentanti a Strasburgo. In Italia si voterà domenica 26 maggio dalle 07:00 alle 23:00 in tutti i seggi elettorali. Si tratta delle none elezioni europee per il rinnovo dei deputati che rappresentano i paesi membri della Ue all’interno dell’Europarlamento di Bruxelles. Il Parlamento UE è l’unica istituzione dell’Unione nella quale i membri sono eletti direttamente dai cittadini.

Si eleggeranno 751 deputati che dopo Brexit diventeranno 705. L’Italia dopo il ricalcolo eleggerà 76 deputati, cioè tre in più rispetto alle scorse tornate elettorali. Per ogni Paese è indicata l’attuale distribuzione dei seggi e quella post-Brexit. I primi dei 27 paesi chiamati alle urne sono stati i Paesi Bassi e il Regno Unito il 23 maggio, seguiti dall’Irlanda il 24 maggio, Lettonia, Malta, Repubblica Ceca e Slovacchia il 25, mentre tutti gli altri paesi andranno al voto domenica 26 maggio. I risultati dei paesi che votano in anticipo saranno comunque diffusi dopo le 23 di domenica 26, per evitare condizionamenti. Lo scrutinio inizierà infatti contemporaneamente in tutti gli Stati membri a partire dalle 23 di domani domenica 26 maggio, quando tutti gli stati avranno concluso le operazioni di voto.

SISTEMA ELETTORALE – Rispetto alle elezioni nazionali e regionali ci saranno alcune differenze: la legge elettorale per le europee prevede ad esempio un sistema di preferenze “libero”, e collegi molto più ampi rispetto a quelli a cui siamo abituati.

In Italia ciascun partito o coalizione presenta una lista di candidati, diversa per ciascuna delle cinque circoscrizioni in cui è diviso il territorio italiano: Italia nord-occidentale (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia), Italia nord-orientale (Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna), Italia centrale (Toscana, Umbria, Marche, Lazio), Italia meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria) e Italia insulare (Sicilia, Sardegna).

Le legge elettorale italiana per le elezioni europee prevede un sistema proporzionale puro, al quale nel 2009 è stata aggiunta una soglia di sbarramento del 4%: se un partito ottiene un quarto dei voti totali, otterrà anche un quarto dei seggi. Il calcolo è fatto su base nazionale, e soltanto in un secondo momento applicato alla circoscrizione. Il partito che otterrà il dieci per cento a livello nazionale otterrà di conseguenza il dieci per cento dei seggi in ognuna delle cinque circoscrizioni. La soglia di sbarramento al 4% per ottenere almeno un seggio è su base nazionale. La data di scadenza per la presentazione dei candidati era il 17 aprile. I 73 seggi vengono assegnati a ciascuna lista su base circoscrizionale. Vengono eletti i candidati che hanno ottenuto il maggior numero di preferenze nelle varie liste di ogni circoscrizione.

Anche negli altri paesi si vota con un sistema proporzionale puro, anche se ciascuno gode di un certo margine di libertà: in Grecia e in Belgio il voto è obbligatorio, in Germania non esiste soglia di sbarramento, in Austria l’età minima per votare è 17 anni, e così via. Ciascun partito o coalizione italiana è affiliata a un gruppo politico che siede nel Parlamento Europeo: in base ai risultati dei vari partiti in tutti gli stati dell’Unione, si determinerà la maggioranza che controllerà i lavori del Parlamento nella prossima legislatura, che durerà fino al 2024.

Attualmente la coalizione di maggioranza al Parlamento Europeo è formata dal Partito popolare europeo (centrodestra) e dai Socialisti e democratici (centrosinistra), spesso appoggiata dall’ALDE (liberali). Il gruppo politico che otterrà più voti avrà anche diritto a indicare il prossimo presidente della Commissione Europea: è il processo del cosiddetto Spitzenkandidaten, che però non è scritto nei trattati europei e che quindi potrebbe essere messo in discussione nelle settimane successive al voto.

COSA SUCCEDE CON IL RINVIO BREXIT – Con la nuova proroga della Brexit dal 12 aprile al 31 ottobre Londra si trova costretta ad eleggere i suoi rappresentanti all’Europarlamento. Al di là dei disagi logistici ed economici, significa riportare a 751 gli eurodeputati a svantaggio dei 27 eletti chiamati a sostituire i britannici in caso di Brexit: il loro seggio verrà “congelato” fino all’uscita effettiva del Regno Unito. Il ritorno sulla scena dei deputati britannici potrebbe giocare a favore dei socialisti, rinsaldati dall’afflusso della quota di deputati laburisti che sarebbero dovuti restare esclusi dalla Brexit.

LA SCHEDA – Al proprio seggio si riceve una scheda, di colore diverso a seconda della propria circoscrizione elettorale. Il voto si esprime tracciando una X su un unico simbolo di partito o di coalizione. Accanto a ogni simbolo ci sono anche tre spazi bianchi, su cui si possono scrivere fino a tre cognomi di candidati di quella lista (è il sistema delle cosiddette “preferenze”). L’indicazione delle preferenze è facoltativa: il voto sarà considerato valido se ci sarà anche solo una X. Non è permesso il cosiddetto voto disgiunto, cioè votare un partito e contemporaneamente scrivere il cognome di un candidato di un altro partito. Si possono esprimere fino a tre preferenze per candidati della stessa lista. Nel caso di due o tre preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento. Non si possono votare soltanto uomini, né soltanto donne.

ITALIANI ALL’ESTERO – Gli elettori italiani che risiedono negli altri Stati membri dell’Unione europea e che non intendono votare per i membri dello Stato ove risiedono, possono votare per l’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia, presso le sezioni elettorali appositamente istituite nel territorio dei Paesi stessi presso i consolati d’Italia, gli istituti di cultura, le scuole italiane e gli altri locali messi a disposizione dagli Stati membri.

SONDAGGI – I sondaggi condotti prima del silenzio demoscopico confermano la Lega di Matteo Salvini in vantaggio, anche se in leggero calo: dopo aver toccato quota 37%, i maggiori istituti segnalano un arretramento della Lega intorno al 30%. Tuttavia, le ultime rilevazioni fotografano una situazione fluida, con la lieve perdita della Lega e la risalita del Movimento 5 Stelle che resta però molto indietro ma comunque davanti al PD. C’è da considerare però che un italiano su tre non ha ancora deciso per chi votare.

Con la Lega così staccata, il vero interrogativo è su chi riuscirà a piazzarsi al secondo posto. Il Movimento 5 Stelle, secondo i sondaggi, avrebbe perso quasi il 10% dei voti rispetto alle politiche di marzo 2018, crollando al 22%. Nelle ultime settimane, comunque, viene segnalata una ripresa del partito di Di Maio che ha come obiettivo quello del 25%.

In risalita anche il Partito democratico che però non dovrebbe sorpassare i 5 Stelle. Secondo numerose rilevazioni i dem si troverebbero al 21% circa, anche se l’ultimo sondaggio pubblicato dal Corriere della Sera vede il Pd al 19%. L’obiettivo dichiarato del segretario Zingaretti è superare la quota del 20%. Nettamente staccata Forza Italia, che nonostante la presenza in lista di Silvio Berlusconi, viene data al 9 per cento.

Con la soglia di sbarramento al 4% sono molti i partiti che rischiano di restare fuori dal parlamento europeo. Il primo partito a rischio è Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni: accreditato dai sondaggi al 5%. Diverso invece il quadro alla sinistra del Pd. Qui le liste sono tre, +Europa al 3%, Europa Verde all’1% e Sinistra Europea al 2%. Nessuna di queste forze dovrebbe essere in grado di superare la soglia di sbarramento.

Quanto all’Europa non ci sono sondaggi paneuropei per le elezioni UE. Nonostante ciò, esistono organizzazioni che calcolano la distribuzione teorica dei seggi nel Parlamento Europeo sulla base di sondaggi nazionali condotti in ciascuno stato membro.

Pesano astensionismo e indecisi – in Italia l’affluenza è destinata ad incidere in modo significativo sul risultato delle singole forze politiche. Se tiene può favorire i partiti populisti. Ma dopo le primarie del PD, sfociate nella leadership di Zingaretti, potrebbe anche esserci un ritorno di elettori del centrosinistra, quelli che nel 2018 si erano astenuti o che si erano momentaneamente parcheggiati presso i 5 Stelle. Quel che è certo è che nel mare degli indecisi navigano molti ex elettori di Di Maio. Sull’esito il Sud può essere decisivo. Un ritorno dell’astensionismo nelle regioni del Mezzogiorno può danneggiare il Movimento, e magari anche innescare il sorpasso del PD.

ELECTION DAY – Nello stesso giorno sono chiamati alle urne anche circa 4mila comuni italiani per il rinnovo del Consiglio comunale e per l’elezione del sindaco e i cittadini della regione Piemonte per le elezioni regionali.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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