(Teleborsa) – Sempre a Rimini, nello stand allestito da ENEA in occasione di Ecomondo 2019, la ricercatrice Federica Forte del Laboratorio tecnologico per il riuso, riciclo, recupero e valorizzazione di rifiuti e materiali (T4RM) organizzato presso il Centro di Ricerca ENEA della Casaccia, alle porte di Roma, ha illustrato a Teleborsa la tecnologia innovativa per produrre toner per stampanti 3d ed altri oggetti di plastica a partire dai rifiuti elettronici, come computer e cellulari.
“Nel nostro laboratorio ci occupiamo appunto di valorizzazione di matrici complesse, matrici che al loro interno presentano una serie di elementi di diversa natura in diversa concentrazione, quindi sicuramente l’approccio che adottiamo è un approccio integrato finalizzato alla valorizzazione del maggior numero possibile di componenti La prima fase è quella della caratterizzazione, ci serve appunto caratterizzare materiale per capire quello che c’è all’interno e identificare un’opportuna filiera di trattamento e recupero. Abbiamo portato qui il caso dei cellulari a fine vita. Una volta disassemblati è possibile caratterizzarli e individuare una serie di filiere: nel caso specifico sono cinque, tra cui le batterie, la frazione metallica, la frazione in plastica e lo schermo lcd”.
“Per quanto riguarda la frazione in plastica abbiamo sviluppato un processo che ci permette di recuperare e valorizzare questa frazione mediante produzione di un filamento per stampa per 3d. Per quanto riguarda, invece, la frazione elettronica, quindi le schede elettroniche, c’è un processo di recupero. E’ un processo di tipo idrometallurgico, quindi recupero dei metalli preziosi presenti all’interno delle schede elettroniche per via chimica. Quindi per ognuna di queste filiere opportunamente caratterizzate, in fase iniziale è possibile individuare quelli che sono i trattamenti più opportuni”.
“Per quanto riguarda la frazione metallica, ovviamente questa frazione può andare direttamente al recupero mediante filiere già consolidate, mentre per altri componenti è necessario individuare opportunamente processi da definire in laboratorio e successivamente implementare. Sempre per la frazione in plastica, la valorizzazione, se dalla fase di caratterizzazione appunto emerge che questa frazione è abbastanza pura e di buona qualità, piuttosto che inviarla alla termovalorizzazione si può prevedere un opportuno processo di recupero”.
“In questo caso, appunto, abbiamo pensato di valorizzarla e produrre un filamento per stampa 3d. Quindi una volta disassemblata, estratta questa questa frazione plastica è possibile andarla a omogeneizzare mediante triturazione e macinazione e procedere poi con l’esclusione e la produzione di questo filamento. Quindi è un caso importante di recupero perché ci permette proprio di ritornare un po’ alla materia prima per la produzione di nuove apparecchiature elettriche ed elettroniche. Abbiamo esempi di alcuni oggetti appunto realizzati tramite questa tecnologia”.