(Teleborsa) – fa affari con Beckman Coulter negli Stati Uniti d’America. La società italiana che opera nei segmenti dell’immunodiagnostica e della diagnostica molecolare ha annunciato di aver ricevuto la certificazione dalla Food and Drug Administation (FDA) del test LIAISON HCV per la determinazione qualitativa di anticorpi specifici contro il virus dell’epatite C nel siero e nel plasma, disponibile sulla piattaforma completamente automatizzata LIAISON XL.
Il test dell’epatite C è uno dei test chiave nell’accordo strategico tra DiaSorin e Beckman Coulter che ha l’obiettivo di servire il mercato statunitense con un panel completo di test per le epatiti e i retrovirus. Circa 115 milioni di persone sono positive agli anticorpi dell’HCV e 80 milioni sono affetti da un’infezione cronica. Le complicanze derivanti dall’epatite C cronica sono state la causa di circa 1 milione di morti nel 2018; per questo motivo la diagnosi di infezione da HCV è sempre più necessaria per prevenirne la diffusione e, al tempo stesso, ottimizzare la gestione dei pazienti. Il test LIAISON HCV Ab, facente parte del pannello delle epatiti di DiaSorin, sarà disponibile sul mercato statunitense secondo le modalità definite dall’accordo strategico siglato con Beckman Coulter con l’obiettivo di offrire ai clienti statunitensi l’accesso all’offerta completa di prodotti per la diagnosi delle epatiti e dell’HIV sulla piattaforma LIAISON XL in connessione con le soluzioni di automatizzate di Beckman Coulter.
“Il test dell’epatite C è uno dei prodotti chiave del nostro catalogo di test per la diagnosi delle epatiti e retrovirus, inteso a servire il mercato statunitense in partnership con Beckman Coulter – ha commentato Carlo Rosa, CEO del Gruppo DiaSorin – . Come dichiarato nel nostro ultimo Capital Market Day, questa partnership è uno dei pilastri della crescita futura del Gruppo DiaSorin e siamo orgogliosi di collaborare in questa iniziativa con una realtà così importante come Beckman Coulter. Al tempo stesso, sono convinto che il nostro posizionamento come player di malattie infettive nel mercato statunitense ci consentirà di penetrare ulteriormente i laboratori ospedalieri che richiedono un minore livello di automazione rispetto ai grandi laboratori privati”.