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Detrazioni sanitarie, un meccanismo costoso, regressivo e diseguale

(Teleborsa) – Un meccanismo che risulta costoso, regressivo e diseguale per le detrazioni sanitarie. Il loro costo, per lo Stato, è di poco inferiore a 3,5 miliardi di euro, il doppio rispetto a quello sostenuto per le deduzioni della Sanità integrativa. Quasi l’80% dei costi sostenuti da tutti i cittadini italiani, attraverso la finanza pubblica, va a beneficio dei cittadini con redditi medio-alti. A livello territoriale, invece, il 65% di questi costi viene assorbito dalle regioni del Nord, meno del 15% dalle Regioni del Sud e Isole.

Detrazioni sanitarie – Le detrazioni sanitarie riguardano oltre 18,6 milioni di persone ed intercetta un ammontare di Spesa Sanitaria Privata pari a circa 18,5 miliardi di euro. Il costo per la finanza pubblica corrisponde ad un prelievo di 85,39 euro, pari a 3,5 miliardi, con un vantaggio medio pro capite di 58,18 euro per cittadino.

deduzioni sanità integrativa – Il sistema delle deduzioni per la Sanità integrativa, invece, riguarda poco meno di 11,7 milioni di persone ed intercetta un ammontare di spesa sanitaria privata pari a circa 6,4 miliardi di euro; il costo per la finanza pubblica è poco sotto gli 1,4 miliardi di euro, corrispondente ad un prelievo di 107,80 euro per ciascun contribuente, con un vantaggio medio pro capite di 105,07 euro per cittadino.

Marco Vecchietti, amministratore delegato e direttore generale di RBM Assicurazione salute, ha affermato che le detrazioni sanitarie “non prevedono alcun collegamento tra l’effettiva necessità di integrare i livelli assistenziali garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale ed il sostegno al reddito del cittadino, rischiando di favorire una potenziale inappropriatezza. La scarsa convenienza delle detrazioni – continua – le rendono inadeguate a fronteggiare i fenomeni di evasione fiscale che hanno significatività nell’ambito della Spesa Sanitaria Privata“.

“Sviluppare la sanità integrativa che beneficia di un regime agevolato – continua Vecchietti – ridurrebbe il costo che lo Stato sostiene sul fronte delle detrazioni e assicurerebbe maggiore uguaglianza anche nell’accesso alle cure private e finalizzerebbe il supporto della finanza pubblica alle sole prestazioni sanitarie ritenute integrative e/o complementari al Servizio Sanitario Nazionale“. “La necessità di presentare prescrizioni sanitarie e fatture alle forme sanitarie integrative per ottenerne il rimborso – evidenzia l’AD -, garantirebbe un miglior controllo in termini di appropriatezza ed un più efficace contrasto dell’elusione/evasione nella sanità privata, con un potenziale recupero di base imponibile stimabile tra i 6 e gli 8 miliardi di euro”. Vecchietti conclude con la sua proposta: “In questa prospettiva si dovrebbe valutare una riorganizzazione dell’impianto fiscale della Spesa Sanitaria Privata che veda un trasferimento delle risorse attualmente allocate per finanziare il funzionamento delle detrazioni sanitarie, assolutamente inefficiente sia a livello economico che a livello sociale, a sostegno di un Sistema di Sanità Integrativa che garantisca ai cittadini di poter fare affidamento su di un’integrazione adeguata del Servizio Sanitario Nazionale senza aggravarne ulteriormente i costi”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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