(Teleborsa) – Blocco dell’aumento dell’Iva e taglio dei parlamentari. Sono questi i due principi fondanti senza i quali – secondo quanto affermano fonti del M5s – “si perde il senso di questo governo”.
Accantonati i piani di rimodulazione e revisione, il premier Giuseppe Conte in versione bis è determinato a non fare marcia indietro.
“Nel Def c’è scritto chiaramente che gli aumenti dell’Iva saranno sterilizzati – afferma il viceministro all’Economia, Laura Castelli – ma il dibattito innescato sull’Iva dimostra che il problema esiste”. Secondo Castelli “ci sono aliquote che devono scendere” come, per fare un esempio, “il 22% sugli assorbenti femminili”.
Per raggiungere gli obiettivi indicati nella nota al Def, approvata lunedì scorso, il Governo scommette molto sui 7 miliardi stimati di lotta all’evasione. Oltre ai 14 miliardi di extradeficit – si legge nel documento – la metà delle nuove risorse arriverà, infatti, dall’emersione del nero e dalla caccia alle frodi del fisco. Allo studio vi sono nuove detrazioni per beni e servizi più evasi. Se da un lato il governo punta a favorire l’utilizzo di sistemi di pagamento tracciabili, dall’altro – come emerge dalle indicazioni contenute in uno degli allegati fiscali al Def – è, infatti, intenzionato a mettere in campo strumenti per favorire il “contrasto di interessi”: dall’introduzione della lotteria degli scontrini, già prevista dall’ultima legge di Bilancio ma ancora non attuata, all’ampliamento della possibilità di detrazioni di spese per beni e servizi sui quali risulta elevato il tax gap, cioè l’importo delle imposte che sarebbe dovuto in base al valore del settore.
Tra i punti annunciati anche una riduzione del cuneo fiscale che potrebbe portare almeno 500 euro in più ai lavoratori nel 2020, con l’impegno di arrivare poi a 1000 euro, e una rivoluzione dei ticket sanitari il cui costo sarà calcolato in base al reddito e al nucleo familiare. “Pagherà di più chi ha di più” e oltre un tetto di spesa le cure saranno gratis, sarà questa – come spiega il ministro Roberto Speranza – la linea del nuovo Governo. Per quanto riguarda il taglio del cuneo, Castelli conferma che si dovrebbe partire a metà del prossimo anno. Le risorse saranno stanziate con la manovra (il Def indica per il 2020 2,7 miliardi, 5,4 miliardi a regime) ma l’intervento vero e proprio dovrebbe essere dettagliato con un provvedimento successivo e in tasca ai lavoratori – se la platea dovesse coincidere con chi già beneficia degli 80 euro – potrebbero arrivare 500 euro che, promette il segretario Dem Nicola Zingaretti, raddoppieranno a 1000 euro dal 2021.