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Debutto col botto per Star, la risposta cinese al Nasdaq

Debutto col botto per Star, il mercato hi-tech cinese gestito dalla Borsa di Shanghai, che oggi ha chiuso il primo giorno di contrattazioni con un guadagno medio per i 25 titolo quotati del 160%.

Tra i neo-quotati spicca la performance di Anji Microelectronics, che produce materiali per semiconduttori, che nel primo giorno di contrattazioni ha segnato rialzi fino al + 520% ​​prima di ridurre leggermente i guadagni.

Il fiume di soldi che si è riversato nel mercato ha creato, almeno sulla carta, diversi nuovi miliardari, compresi i fondatori di Suzhou HYC Technology e Zhejiang Hangke Technology.

All’insegna della prudenza, i primi commenti degli analisti:

“Questa impennata è pazzesca”, ha commentato Ronald Wan, amministratore delegato di Partners Capital International a Hong Kong, specificando che “questi guadagni non possano durare a lungo”.

Pechino spera che Star aiuti le aziende high-tech cinesi ad attingere a vaste ricchezze detenute da investitori locali. Non solo. Il nuovo listino ha inoltre l’obiettivo di attrarre leader globali come Alibaba (BABA) e Tencent (TCEHY), quotati sui mercati azionari di New York e Hong Kong.

Il debutto di Star avviene nel pieno della guerra commerciale. Non stupisce dunque che la Cina abbia incoraggiato le sue aziende a diventare meno dipendenti dal denaro e dalla tecnologia estera. Una campagna che si è intensificata durante l’escalation di tensioni con gli Stati Uniti e, in particolare, da quando l’amministrazione Trump ha inserito nella lista nera Huawei, uno dei principali produttori di smartphone globali e fornitore di reti 5G.

I precedenti tentativi della Cina di creare un rivale al Nasdaq, che risalgono al 2009 e nel 2013, fallirono a causa della mancanza di società di qualità e di un fatturato limitato in azioni. Con lo Star di Shanghai, dicono alcuni osservatori, la storia potrebbe essere diversa.


Fonte: https://www.wallstreetitalia.com/trend/borse/feed/

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