(Teleborsa) – Punto a favore dell’inedito asse M5s-Pd che fa lo sgambetto a Lega e centrodestra. L’aula del Senato ha, infatti, deciso il calendario della crisi bocciando la proposta della Lega di votare la sfiducia al Presidente Giuseppe Conte prima di Ferragosto che invece si presenterà nell’Aula di Palazzo Madama martedì 20 agosto alle 15. Sarà alla Camera il giorno successivo, il 21, alle 11.30.
Nel corso di una giornata tesa e convulsa, arriva a sorpresa la mossa di Salvini che ha proposto di anticipare il quarto e definitivo voto sulla riforma costituzionale che riduce il numero di parlamentari, messo in calendario alla Camera per il 9 settembre: “Raccolgo l’invito di Di Maio: la Lega voterà per anticipare il voto sul taglio dei parlamentari, 345 in meno la settimana prossima, e poi si va immediatamente a votare. Noi ci siamo”.
Per molti la mossa del cavallo, tattica, per uscire dall’angolo e rimandare la palla dall’altra parte del campo, mettendo i bastoni tra le ruote ad una possibile alleanza M5s-Pd che finirebbe per far slittare le elezioni, caldeggiate invece dal Ministro dell’Interno. Una mano tesa, in apparenza, che non piace ai CinqueStelle che fiutano aria di bluff.
DI MAIO: MOSSA DELLA DISPERAZIONE – Nella serata di ieri, infatti, la conferenza dei capigruppo della Camera ha calendarizzato per il 22 agosto di mattina la discussione in commissione del taglio dei parlamentari e il 22 di pomeriggio nell’aula di Montecitorio. La riforma costituzionale, però, non verrà discussa se Conte dovesse essere sfiduciato, come sottolinea Di Maio che parla apertamente di “mossa della disperazione” accusando gli ormai ex alleati di essere finiti in un cul de sac. “Se vogliono tagliare i parlamentari non possono votare la sfiducia a Conte”, conclude il leader pentastellato.