(Teleborsa) – Crisi di Governo aperta dal leader del Carroccio. Salvini ha infatti comunicato, tramite due note durissime che “non esiste più una maggioranza”. La notizia arriva in serata nel giorno del compleanno del Premier Giuseppe Conte e, più importante, nel giorno in cui il Presidente della Repubblica pone la firma al Decreto Sicurezza bis, ma con alcune osservazioni. Mattarella ha infatti ritenuto “irragionevoli” le sanzioni per chi viola le acque territoriali. “Resta sempre l’obbligo di soccorso in mare” ha ammonito il Capo dello Stato. Per queste ragioni il Colle ha chiesto al Parlamento di rimettere mano al testo per apportare correzioni.
Ma la crisi aperta poche ore dopo ha rimescolato le carte in tavola: quali sono dunque i passaggi necessari che potrebbero alle urne il Paese? La decisione del Premier Giuseppe Conte sembrerebbe quella di ‘parlamentarizzare’ la crisi.
L’Aula di palazzo Madama non potrà essere infatti convocata a breve. Servono tempi tecnici per riavviare l’attività, visto che il Senato si è svuotato per la pausa estiva e bisogna garantire che i senatori tutti riescano a fare rientro nella capitale. L’ipotesi che circola è di una convocazione dell’Aula dopo Ferragosto, forse intorno al 20. Questo timing porterebbe lo scioglimento delle Camere intorno al 25-26 agosto. Il Presidente del Consiglio, riunito il Parlamento, chiederebbe nuovamente la fiducia. Se la fiducia al Governo non viene rinnovata, il Premier dovrebbe salire al Quirinale per rimettere il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica.
Una volta aperta ufficialmente la crisi di governo, il Capo dello Stato consulta innanzitutto i presidenti di Camera e Senato Fico e Castelli. Le consultazioni successive con le forze politiche possono anche essere rapidissime, come già successo il precedenza per la nomina del Premier Gentiloni. Anche il passaggio dalla crisi allo scioglimento delle Camere può avvenire in tempi molto rapidi: se il Capo dello Stato, terminate le consultazioni, constata che non esiste una maggioranza alternativa e che non vi siano quindi le possibilità per la nascita di un diverso esecutivo, scioglie le Camere.
L’iter che porta a nuove elezioni però ha un obbligo temporale: il tempo minimo che deve intercorrere necessariamente dal giorno della crisi di governo o, meglio, dallo scioglimento delle Camere alle urne è di 45 giorni (quello massimo è di 70 giorni). In realtà, però, occorrono almeno 60 giorni dallo scioglimento delle Camere al momento del ritorno al voto.
Viene convocato il CdM per approvare lo schema del decreto del Presidente della Repubblica, con il quale sarà fissata la data delle elezioni.
Stando a quanto prevedono le varie disposizioni e basandosi sui giorni minimi che devono intercorrere dallo scioglimento delle Camere alle urne, le possibili finestre elettorali per votare dopo l’estate sono: il 13 ottobre, 20 ottobre, 27 ottobre, 3 novembre.
La tempistica di eventuali elezioni in autunno dovrebbe tener conto soprattutto delle scadenze legate alla sessione di Bilancio. A settembre, alla ripresa dell’attività parlamentare e governativa dopo la pausa estiva, ad attendere il governo ci sarà la Nota di aggiornamento al Def, che va presentata alle Camere entro il 27 settembre. Il Documento programmatico di Bilancio, va invece inviato alla Commissione Ue entro il 15 ottobre. Mentre la Legge di Bilancio vera e propria deve essere presentata alle Camere entro il 20 ottobre. La scadenza definitiva, è quella al 31 dicembre, data entro cui il Parlamento italiano deve approvare la legge di Bilancio per evitare l’esercizio provvisorio.