(Teleborsa) – Controparti irresponsabili, regioni in difficoltà, ministro della Salute silente. Questa la sintesi di un epilogo non favorevole dell’incontro di oggi in Conferenza delle regioni in merito al rinnovo del contratto della sanità privata“. A farlo sapere sono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, unici sindacati rappresentativi nel settore della sanità privata e firmatari del contratto nazionale. “L’assessore Sergio Venturi, coordinatore della commissione Salute della Conferenza delle regioni – aggiungono – ha infatti comunicato alle organizzazioni sindacali che non ci sono condizioni per riconoscere ad Aris e Aiop, dopo loro richiesta, un finanziamento di risorse per il rinnovo del contratto. Per quanto ci riguarda noi continuiamo a chiedere ai datori di lavoro di assumersi la responsabilità di dare risposte, sia sulla parte normativa che economica”
Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl fanno sapere di aver chiesto “un incontro alla Presidenza delle Regioni e ne chiederemo uno al Ministro Grillo che fino ad ora ha ignorato le richieste del sindacato. Ci vuole un impegno comune per sciogliere la fitta trama di questa vertenza che si trascina da 12 anni”. In questi mesi, proseguono, “le controparti Aiop-Aris, pur beneficiarie di prestazioni remunerate in regime di accreditamento, non hanno offerto la concreta disponibilità a rinnovare il contratto nazionale se non con un intervento esclusivo delle Regioni. E ancora oggi queste ultime comunicano una difficoltà a procedere in tal senso”.
Come Cgil, Cisl e Uil, sottolineano, “riteniamo che i datori di lavoro debbano assumersi la responsabilità di proseguire nel confronto per il rinnovo contrattuale e che le lavoratrici e i lavoratori del settore, in stato di agitazione dal 14 dicembre dello scorso anno a oggi con scioperi regionali in tutto il paese, abbiano diritto a vedersi riconosciuto il contratto rinnovato al pari dei colleghi del sistema pubblico. Mentre la Presidenza della Conferenza, il Ministero della Sanità, Aiop ed Aris decidono che tipo di risposta dare, riteniamo necessario che lo stato di agitazione sia esteso a livello nazionale con una fitta programmazione di iniziative di lotta con risvolti che potranno riguardare l’ordine pubblico. Dopo 12 anni di attesa le lavoratrici e i lavoratori della Sanità accreditata meritano di vedersi riconosciuti i loro diritti. Non ci sono alibi: il contratto va rinnovato, non farlo è una vergogna”.