(Teleborsa) – Al via una settimana decisiva nella questione che riguarda il possibile avvio di una procedura d’infrazione nei confronti del nostro Paese per via dell’alto debito. Fin qui ritmi serrati: molti nodi da sciogliere da un lato, poco tempo per farlo dall’altro.
LE TAPPE – Dopo la decisione della Commissione nei giorni scorsi e la successiva riunione degli “sherpa”, venerdì scorso è toccato all’Eurogruppo appoggiare la posizione di Bruxelles ritenendo giustificata l’applicazione della procedura.
Il calendario è già scritto: il 20 e 21 giugno prossimi, in programma appuntamento con il Consiglio dei capi di stato e di Governo
Al Governo italiano resterà più o meno una settimana di tempo per rispondere ai dubbi dell’Ue sui conti, portando i nuovi elementi che ha promesso.
Tempi strettissimi visto che la Commissione dovrà valutare i nuovi dati prima di preparare la eventuale raccomandazione di apertura della procedura contro l’Italia sul debito.
Riflettori puntati sull’ultimo mercoledì di giugno, il 26, come data possibile per adottare la raccomandazione sulla procedura che dovrà comunque approvata dall’Eurogruppo e dall’ Ecofin dell’8-9 luglio.
Cruciale, quindi, il vertice europeo di giovedì e venerdì prossimi, quando il Premier Conte incontrerà il Presidente Juncker.
Mentre il braccio di ferro tra Roma e Bruxelles entra nel vivo, dunque, con i prossimi giorni che saranno decisivi, Salvini torna a fare la voce grossa su uno dei suoi cavalli di battaglia, il taglio delle tasse al quale non intende proprio rinunciare: “Il primo impegno che voglio mantenere nella manovra economica è tagliare le tasse a lavoratori e imprenditori. Nessun braccio di ferro con l’Europa. Nessuno potrà impedirci di ridurre le tasse agli italiani”, dice il Vicepremier e Ministro dell’Interno che ribadisce: “Se a Bruxelles va bene, sono contento. Se a Bruxelles non va bene, deve sapere che i soldi degli italiani li gestisce il Governo degli Italiani.
Nelle scorse ore, intanto, è intervenuto anche Luis de Guindos Jurado, Vicepresidente della BCE, definendo il debito italiano “una spada di Damocle” ma precisando che il nostro Paese ha anche punti di forza su cui far leva.