(Teleborsa) – “L’agricoltura italiana non ha bisogno di meno Europa; bensì di un’Europa più forte e coesa, con un ruolo più incisivo e propositivo dell’Italia”. Con queste parole il Presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti aperto l’assemblea annuale dell’associazione rappresentativa degli imprenditori agricoli a Milano presso Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana.
“Le prospettive dell’economia italiana e della nostra agricoltura – ha sottolineato – sono strettamente legate al futuro dell’Unione europea, ma questo futuro è incerto. La nostra proposta è di imboccare la strada verso un’Unione sempre più vicina ai bisogni dei cittadini e delle imprese”.
Giansanti ha ricordato gli impatti negativi dei ritardi del processo di unificazione europea ed il reddito nazionale che resta ai minimi dal 2004, sollecitando una pianificazione strategica con una visione a lungo termine ed il rilancio degli investimenti pubblici. Di qui la proposta di Confagricoltura di destinare una larga parte dei fondi per la politica di coesione della UE (38,6 miliardi) alla modernizzazione delle infrastrutture e ad interventi volti alla riduzione del cuneo fiscale, per sostenere la competitività delle imprese. Un altro problema della produzione agricola, sempre meno improntata a produrre materie prime e più focalizzata sulla trasformazione,
Il Presidente di Confagricoltura ha toccato anche i temi della produzione agricola e del fenomeno dell’Italian Sounding, auspicando il varo di un progetto Paese comune tra agricoltura, industria di trasformazione e distribuzione e l’dea di una etichettatura su base europea.
Un sistema multilaterale di scambi commerciali e politiche ambientali condivise – ha sottolineato – sono fra i temi che necessitano una regolamentazione di respiro europeo.
Giansanti ha messo l’accento anche sugli aspetti dell’innovazione e della trasformazione digitale del settore agroalimentare, che assieme all’agricoltura di precisione, alla robotica, all’uso dei satelliti e dei droni possono garantire il miglioramento delle rese/produttività, oltre che sull’utilizzo dei big data attraverso la creazione una banca europea nella quale far confluire tutte le informazioni relative ai sistemi agricoli negli Stati membri.