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Codice Rosso per i reati contro la persona: Avv. Pasquinuzzi a TLB

(Teleborsa) – Il 9 agosto è entrata in vigore la legge che tutela le vittime di violenza domestica e di genere, denominata “Codice Rosso”. Tale provvedimento ha introdotto una corsia preferenziale per i reati che segnalano gravi crisi relazionali e grave rischio per la persona, con lo scopo di garantire la tutela del diritto alla vita per chi si trova in situazioni di pericolo.

La novità più significativa è aver creato un obbligo di attivazione immediata delle indagini, in particolare, comunicando senza ritardo e anche oralmente alle Procure, da parte di coloro che hanno raccolto la denuncia, a cui dovrà seguire, entro tre giorni, l’ascolto della vittima da parte del Pubblico Ministero, anche con eventuale delega alla Polizia Giudiziaria.

La tempestività della audizione ha come obiettivo quello di trattare le denunce in questione come un “codice rosso”, simbolo della massima urgenza.
A tale legge è seguito un boom di denunce, come abbiamo letto sulla stampa nell’ultimo periodo, tante da creare problemi organizzativi e di gestione delle segnalazioni, con la conseguente difficoltà di individuare i casi più gravi che meritano un immediato intervento dell’Autorità.

Con questa legge sono state inasprite le pene per i reati di maltrattamento in famiglia, violenza sessuale, stalking, create nuove fattispecie penalmente rilevanti, come il c.d. “revenge porn”, cioè la diffusione non consensuale di immagini sessualmente esplicite, come quello che punisce chi sfigura in modo permanente il volto di una persona oppure chi violi l’obbligo di avvicinamento ai luoghi frequentati dall’offeso o di allontanamento alla casa familiare. E’ stato altresì introdotto l’uso del braccialetto elettronico, come strumento per garantire il suddetto divieto di avvicinamento. Tuttavia tali misure, pur essendo un primo passo per tutelare soggetti vulnerabili, non sono sufficienti a contrastare questa grave emergenza.

“Nel provvedimento sono presenti numerose criticità – commenta l’avvocato Paola Pasquinuzzi dello Studio Traversi di Firenze – Innanzitutto, la difficoltà di individuare quei casi che per modalità, rischi di manipolazione da parte degli autori, minimizzazione dell’accaduto per paura, meritano un intervento immediato di sostegno alle vittime, che intendono metter la parola fine ai violenti subiti. In più, la mancata previsione di stanziamenti di risorse che possano consentire agli Uffici giudiziari di far fronte appunto all’aumento, già verificatosi, di denunce, così come segnalato dalle Procure di città grandi come Milano, Roma e Napoli”.

“Il rischio – sottolinea l’avv. Pasquinuzzi – è che nei grandi numeri possano essere trascurate quelle più gravi, con la conseguenza che ciò potrebbe essere fatale per molte persone. Ne è la prova il caso della donna accoltellata a Milano, qualche giorno fa, dal momento che non è stato fornito un concreto aiuto per l’allontanamento dal marito, dopo l’ennesima aggressione da parte di quest’ultimo”.

“Va ricordato, altresì, che coloro che entrano in contatto con persone spaventate, rassegnate a subire violenze, educate al silenzio e ai sensi di colpa, devono avere una preparazione altamente specializzata, proprio per la delicatezza delle domande da porre, non solo per far emergere elementi utili ad accertare i fatti denunciati, ma anche per comprendere la gravità della situazione. Anche questo richiede un impegno economico da parte dello Stato, ma in questo provvedimento non vi è traccia di finanziamenti, nonostante sia previsto l’obbligo di attivazione corsi specialistici per gli operatori delle Forze dell’Ordine”.

“A mio parere – aggiunge l’avv. Pasquinuzzi – questa legge ha un ulteriore limite e, cioè, quello di aver previsto interventi quando determinati fatti, alle volte fatali, siano già successi, in una ottica più punitiva che preventiva. Chi subisce violenza, maltrattamenti anche dei propri figli e li denuncia ha soprattutto bisogno di conoscere l’esistenza, ad esempio, dei centri antiviolenza, di sapere come fare ad accedervi. Ciò, in tempi spesso stretti, poiché la degenerazione dei rapporti con la conseguente escalation della violenza, come abbiamo assistiti in numerosi casi, porta purtroppo all’obitorio”.

In Italia esistono centri che offrono in maniera gratuita alle vittime di violenza ascolto, accoglienza, assistenza psicologica e legale per uscire dal tunnel buio di relazioni dalla gestione impossibile. Come pure esistono strutture come le case rifugio in luoghi segreti per nascondere coloro che temono per la loro incolumità e per quella dei figli.

“Forse manca un migliore collegamento tra chi raccoglie le segnalazioni, sottovalutando la gravità di talune situazioni, e tali centri – osserva l’avv. Pasquinuzzi – senza che sia stata prevista la copertura economica necessaria per sostenere l’attività di questi ultimi e per supportare le donne che hanno intrapreso la scelta di riprendere in mano la prova vita”.

“In sintesi – conclude – il Codice Rosso è la presa di coscienza di un fenomeno gravissimo che affligge la nostra società, ma non è risolutivo del problema, neppure in parte, viste le criticità e limiti della legge di recente entrata in vigore”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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