(Teleborsa) – Calano i profitti del gruppo petrolifero che ha chiuso il primo trimestre del 2019 con utile netto in picchiata del 27% a 2,65 miliardi di dollari rispetto ai 3,64 miliardi di dollari registrati nel 2017. L’utile per azione, attestatosi a 1,39 dollari, contro gli 1,90 dollari del periodo precedente, risulta superiore alle attese degli analisti che lo vedevano fermarsi a 1,30 dollari.
Nel dettaglio, gli utili della divisione “Upstream” sono stati pari a 3,12 miliardi di dollari e, rispetto ai 3,35 miliardi di un anno fa, hanno sofferto una compressione del 6,8% nonostante il livello di volumi la produzione abbia vissuto un aumento del 7%.
L’utile riferito alla divisione “downstream” è calato invece vertiginosamente del 65% a 252 milioni di dollari dai 728 milioni del primo trimestre del 2018.
L’effetto cambi ha inciso negativamente per 137 milioni di dollari mentre i ricavi hanno registrato una flessione dai 36 miliardi dello scorso anno e si sono attestati a 34 miliardi.
A causare questa forte flessione, tra le motivazioni principali, emerge il calo del prezzo del petrolio a margini più bassi per il downstream e i prodotti chimici. A darne notizia lo stesso Michael Wirth, Presidente e CEO di Chevron.
Al momento, il titolo quotato al Nyse di New York, risulta sostanzialmente stabile, con un leggero calo dello 0,04% a 117,86 dollari.