(Teleborsa) – Lo Schema Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi può partecipare all’aumento di capitale di Banca Carige, nell’ambito del piano di salvataggio proposto da BlackRock, mediante conversione del bond sottoscritto nel 2018 senza incorrere in perdite.
Lo ha detto all’assemblea degli azionisti della banca a Torino. Carlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo, che detiene, tramite il Fondo, il 25,29% del bond da 320 milioni sottoscritto lo scorso novembre.
“Intesa Sanpaolo non partecipa direttamente al capitale di Carige, ma detiene indirettamente tramite lo schema volontario del Fondo interbancario il 25,29% del prestito obbligazionario convertibile emesso da Carige a novembre 2018”, ha detto Messina rispondendo alle domande degli azionisti.
L’ALLARME DEI SINDACATI – Su Banca Carige, intanto, intervengono le segreterie nazionali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin per chiedere con forza “l’intervento del Governo e delle istituzioni per la salvaguardia dei posti di lavoro e del benessere sociale”. “Il paventato ingresso nel capitale del fondo statunitense Blackrock”, aggiungono, “non può essere considerata una buona notizia”, se ci fossero 2.000 esuberi, lo smembramento della rete ed esternalizzazioni: “Comporterebbe una inaccettabile macelleria sociale – affermano in una nota -. Un numero così elevato di esuberi, la chiusura del 50% delle filiali, la cessione a terzi della gestione degli Npl e degli Utp, non garantirebbero affatto la messa in sicurezza e il rilancio dell’istituto ma evidenzierebbero una neanche troppo nascosta intenzione di accaparrarsi soltanto il buono rimasto”.
NO A MACELLERIA SOCIALE – “Esprimiamo sdegno e preoccupazione per le notizie riportate dalla stampa relative alla situazione del gruppo Banca Carige – si legge ancora. A poco meno di un mese dalla scadenza del termine ultimo fissato dalla Bce per delineare e rendere effettiva una soluzione ‘privata’ allo stato di difficoltà in cui si trova l’azienda, nulla emerge circa le reali intenzioni di tutti i soggetti in causa”.
Un progetto che avesse come obiettivo esclusivamente la valorizzazione della gestione dei patrimoni “mette a rischio il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori e trascura il ruolo della banca quale riferimento indispensabile per l’economia dei territori”, proseguono dichiarando inaccettabile che “il salvataggio del Gruppo possa essere effettuato con l’ennesimo sacrificio delle lavoratrici e dei lavoratori”.
PROMETTONO BATTAGLIA – I sindacati intendono quindi attivare “tutte le iniziative necessarie per contrastare la realizzazione di un piano industriale che non sia in grado di garantire un futuro a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori del gruppo e smentiscono categoricamente le indiscrezioni di stampa circa la loro disponibilità a finanziare ammortizzatori sociali con la retribuzione dei dipendenti e dichiarano la loro più ferma opposizione a ipotesi di questa natura”.