(Teleborsa) – Lo speaker della Camera John Bercow – politico originale e curioso, divenuto noto ai più grazie al suo “order, order” – ha annunciato che se vi saranno elezioni anticipate, rassegnerà con effetto immediato le dimissioni. In caso contrario le rassegnerà il 31 ottobre, giorno in cui dovrebbe (condizionale al momento resta d’obbligo) scattare la Brexit. Stasera, lunedì 9 settembre, al termine dei dibattiti sulla proposta del Governo di tenere elezioni anticipate a ottobre, la sospensione del Parlamento britannico fino al prossimo 14 ottobre, come chiesto e ottenuto dal Premier Johnson. Lo ha formalizzato il portavoce di Downing Street, precisando che la misura scatterà indipendentemente dal risultato dell’esito del voto in aula e che Johnson non intende chiedere un rinvio della Brexit a Bruxelles malgrado l’approvazione della cosiddetta legge anti-No Deal. Il messaggio è chiaro: il Regno uscirà dall’Ue il 31 ottobre, ma un nuovo accordo è ancora possibile, deadline per sancirlo sarà il Consiglio Europeo del 17-18 ottobre.
OPPOSIZIONE, ELEZIONI SI MA SOLO DOPO RINVIO BREXIT – Rispetto al voto di stasera, i partiti britannici di opposizione hanno fatto sapere che non sosteneranno la mozione che il Governo Tory di Johnson intende presentare ai comuni per la seconda volta in pochi giorni a favore di elezioni anticipate. Il voto è atteso per le 22 locali, le 23 italiane ma alla luce di questo annuncio appare scontata la seconda bocciatura della mozione, la cui approvazione richiederebbe l’ok dei due terzi della camera. Le opposizioni, infatti, aprono alle elezioni, ma solo dopo la richiesta di un rinvio della data della Brexit.
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