(Teleborsa) – Gran Bretagna in stallo per la Brexit. A un mese dalla data del 31 ottobre, ultima chiamata prima dell’addio all’Unione Europea, opposizioni e governo ancora non hanno fatto la loro mossa per sbloccare la situazione.
L‘opposizione ha infatti chiarito che non presenterà neanche questa settimana una mozione di sfiducia contro il governo di Boris Johnson: la decisone arriva a causa del mancato supporto di una ventina di dissenzienti Tory, come ha spiegato Anna Soubry, ex conservatrice anti Brexit e ora capogruppo di Change Uk, dopo un incontro fra leader del fronte anti-BoJo convocato dal laburista Jeremy Corbyn.
I partiti di opposizione stanno inoltre discutendo sulla possibilità di formare un governo di unità nazionale come “opzione assicurativa”, come ha chiarito Jo Swinson, leader della Lib Dem, dopo gli ultimi colloqui sulla Brexit.
Fronte governo, Boris Johnson sembra sempre più intenzionato a non retrocedere dalla decisione di non chiedere una proroga per la Brexit, decisione che potrebbe costargli caro.
Secondo Dominic Grieve, ex procuratore generale e oggi deputato conservatore a favore del Remain, la Regina sarebbe infatti pronta a chiedere le sue dimissioni se tentasse di sfidare l’ordine della Corte Suprema di recarsi a Bruxelles. “Sarebbe fuori in cinque minuti“, ha dichiarato Grieve.