(Teleborsa) – Se il finale sulla Brexit, il divorzio tra Londra ed UE, che senza ombra di dubbio passerà alla storia come il più travagliato di sempre, è un capitolo ancora da scrivere, è chiara a tutti invece la prima “vittima” politica di quello che nel corso dei mesi è diventato un vero e proprio psicodramma.
Sola, accerchiata e sotto assedio:
Theresa May, dopo mesi di tentativi, tutti vani, per strappare il sì al suo accordo mai arrivato, e una strenua “resistenza”, sarebbe pronta a sventolare bandiera bianca, facendo un passo indietro.
“SPALLATA” LEADSOM – A dare la spallata finale, in un contesto già molto precario, l’uscita di scena di un’ altra figura di spicco: poche ore fa, infatti, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Andrea Leadsom, aveva annunciato le dimissioni – le numero 36 nella travagliata storia del Governo May – in aperta polemica con la Premier, sempre più sola che avrebbe deciso di non presentare in Parlamento, i primi di giugno, la “nuova” proposta che ha già ricevuto una sfilza di critiche, bocciato dal suo stesso partito.
La Leadsom, in una lettera aperta dai toni piuttosto aspri, ha fatto sapere di non poter sostenere la legge sulla Brexit illustrata dalla Premier. Una legge che, a suo dire, non garantisce più “il rispetto del risultato del referendum” del 2016.
Scenario, dunque, che ormai sembra scritto. Secondo diverse indiscrezioni di stampa che rimbalzano ormai da ore e si fanno sempre più incalzanti, Theresa May potrebbe annunciare le dimissioni già nella giornata di oggi, venerdi 25 maggio, ma renderle ufficiali a partire dal 10 giugno prossimo, dopo cioè la visita del Presidente Donald Trump in Gran Bretagna. Subito dopo si aprirà ufficialmente la corsa al successore.
Il favorito, al momento, sembra essere Boris Johnson: l’ex Ministro degli Esteri, figura chiave nella campagna referendaria del 2016, è pronto a vestire il ruolo di nuovo leader conservatore per cercare di recuperare consensi dopo il disastro Brexit, il cui finale non è ancora stata scritto.
JUNCKER “STANCO”– Anzi, proprio nella giornata di ieri sono arrivate le parole, spazientite del Presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker: “Mi sto stancando perché stiamo aspettando solo la prossima proroga”, ha detto in un’intervista alla Cnn circa l’ipotesi di un ulteriore rinvio della Brexit rispetto alla deadline fissata per il 31 ottobre dopo due slittamenti.
“Quello che non mi piace nel dibattito britannico -ha proseguito – è che sembra più importante rimpiazzare il Primo ministro (in riferimento alla poltrona della May sempre più vacillante, ndr) che trovare un’intesa”. Per l’Ue, sottolinea, il fulcro della questione non riguarda “l’identità del prossimo Primo Ministro ma l’accordo per l’uscita” della Gran Bretagna dall’Unione.