(Teleborsa) – Il neo Premier britannico Johnson, già in campagna elettorale, aveva messo subito sul tavolo “l’arma” dei soldi, lanciando il guanto di sfida all’UE: “Un accordo migliore o niente pagamento del conto di divorzio”.
Il riferimento, tutt’altro che nascosto, è ai 39 miliardi di sterline sottoscritti dal Governo May come liquidazione delle pendenze dovute per poter lasciare il club europeo. “I nostri amici e partner devono comprendere che questo denaro resterà custodito qui fino a quando non avremo maggiore chiarezza sulla strada dell’avvenire”, aveva avvisato.
Detto, fatto. Nelle scorse ore, il primo ministro britannico, Johnson, ha ribadito la sua volontà di non pagare i 39 miliardi di sterline dovuti alla Ue: il cosiddetto Brexit bill, la “fattura di divorzio”, concordata da Londra e Bruxelles per l’addio del Regno Unito dal perimetro comunitario.
Un proposito confermato nei suoi primi interventi alla Camera dei Comuni con la somma che potrebbe essere lasciata in sospeso come strumento di pressing nelle nuove negoziazioni con la Ue o diventare un serbatoio d’emergenza per attutire lo choc economico di una Brexit No-deal, scenario che, tra l’altro, avanza a grandi falcate.
Una mossa azzardata che potrebbe alimentare lo scontro tra Londra e Bruxelles con il rischio di diventare, anzichè un’arma in più, un boomerang .