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BoE taglia stime PIL 2019 preoccupata da ipotesi di hard Brexit

(Teleborsa) – Sembra delinearsi sempre più concretamente lo scenario di una Brexit caratterizzata dal “no deal” e Londra inizia a prepararsi all’uscita dall’Europa senza accordo. Nonostante, infatti, vi siano state dichiarazioni rassicuranti sul voler lavorare ad un’intesa – giunte a Bruxelles da parte del portavoce e consulente europeo David Frost per nome del nuovo governo Tory di Boris Johnson – le azioni messe in atto in questi giorni dalla Gran Bretagna suggerirebbero un epilogo differente.

Dopo l’annuncio di un raddoppio degli stanziamenti previsti nel bilancio dello Stato per far fronte a eventuali emergenze da parte di Westminster, è la volta della Bank of England (BoE) a esporsi in tal senso. La BoE, preoccupata per i contraccolpi che potrebbe subire tra poco più di 90 giorni da una possibile hard Brexit, taglia le previsioni di crescita per il 2019 e per il 2020 entrambe dall’1,5 all’1,3%.
L’istituto centrale inglese fa inoltre sapere che, seppur il 90% delle aziende britanniche abbiano attuato i loro piani di emergenza in vista dell’uscita dall’UE, rimangono ineliminabili, in questa eventualità, “rischi materiali di intoppi” nel mondo dell’economia.

In particolare sono circa 240.000 imprese presenti sull’isola che commerciano esclusivamente con il mercato dei Paesi UE e che, senza un adeguato periodo di transizione, si troverebbero travolte da pesante burocrazia e improvvisa introduzione d’ispezioni doganali di confine.

In questo contesto quindi le conseguenze economiche sarebbero significativamente superiori rispetto a quelle di un divorzio consensuale. Il Regno Unito, fa sapere uno studio condotto dalla facoltà di economia dell’Università belga di Leuven, perderebbe il 4,4% del suo PIL e 525 mila posti di lavoro, mentre l’Unione Europea a 27 l’1,54% del PIL e 1.200.000 posti.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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