(Teleborsa) – Gli analisti di JPMorgan Chase, colosso bancario statunitense, la recente crescita dei mercati ha reso il prezzo di Bitcoin molto maggiore rispetto al suo valore intrinseco. Gli ultimi movimenti della criptovaluta, spiegano gli esperti, risultano estremamente simili all’impennata di fine 2017, che ha poi portato ad un lungo periodo ribassista.
“Negli ultimi giorni, il prezzo della moneta ha di gran lunga superato i costi di produzione. Si tratta di un movimento che richiama all’impennata di fine 2017: al tempo la divergenza si era risolta con una riduzione dei prezzi”.
La banca, per determinare il valore della moneta, ha studiato il costo necessario per la produzione di un Bitcoin, calcolato in base a parametri come potenza di calcolo, consumo elettrico ed efficienza energetica dell’hardware.
Nei mesi di febbraio e marzo, la criptovaluta ha continuato ad oscillare attorno ai 5.000 dollari. All’inizio di aprile si sono registrati segnali di ripresa che hanno portato, la scorsa settimana, il prezzo fino a 8.300 dollari. Considerato che a dicembre 2018 il Bitcoin veniva scambiato per circa 3.300 dollari, la moneta ha registrato in pochi mesi un incremento del 150%.