(Teleborsa) – La BCE di Mario Draghi con la conferma di tassi negativi ha dato il via ad una nuova stagione della politica monetaria, non solo a livello europeo, ma in ottica globale. Una mossa che getta le basi per una pianificazione di più lungo periodo ed apre la strada ad una escalation della guerra valutaria.
TRUMP ALL’ATTACCO – “Stanno cercando, e riuscendo, a deprezzare l’euro contro il dollaro MOLTO forte, danneggiando le esportazioni statunitensi…. E la Fed si siede, si siede e si siede”, ha esclamato il Presidente americano Donald Trump in risposta al massiccio deprezzamento dell’euro provocato dalle decisioni assunte dalla BCE.
“Vengono pagati per prendere in prestito denaro, mentre noi paghiamo gli interessi!”, ha aggiunto il tycoon, tornando ad attaccare la Fed, a meno di una settimana dalla riunione che deciderà la linea di politica monetaria in USA. Il FOMC si riunirà la prossima settimana, il 17-18 settembre, e dovrebbe annunciare un nuovo taglio dei tassi d’interesse. Se questo taglio sarà consistente o meno non è chiaro, ma una delusione dei mercati provocherebbe un eccessivo apprezzamento del biglietto verde, minando la competitività degli Stati Uniti all’estero. Attualmente, i tassi USA sono al 2-2,25% dopo l’ultimo taglio deciso a fine luglio, che avrebbe dovuto rappresentare una una tantum, ma la situazione da allora è mutata.
In uno scenario dominato dal protezionismo, la sfida si sposta sul mercato dei cambi, condizionando anche le scelte delle banche centrali.
CINA ELARGISCE LIQUIDITA’ – Di recente, nel pieno della guerra commerciale USA-Cina, la People Bank of China ha agito sulla liquidità, facendo crollare lo yuan ai minimi degli ultimi 11 anni.
GIAPPONE PRONTO A INTERVENIRE – Una sfida che condiziona anche la Bank of Japan, che si dice pronta ad intervenire, a causa dell’eccessivo apprezzamento dello yen, particolarmente apprezzato dagli investitori in fasi di grande incertezza, e della frenata dell’export, che getta ombre sul mantenimento della crescita dell’economia nipponica. I tassi di interesse in Giappone sono già negativi (-0,1%) ed accompagnati da un robusto piano di acquisti asset.
GRAN BRETAGNA DILANIATA DALLA BREXIT – Anche la Bank of England non ha scelta, non solo per il problema del rallentamento dell’economia globale, ma anche per la Brexit, che continua a dilaniare l’economia britannica. Il rischio di una “hard Brexit” rilanciato dal Premier Boris Johnson tiene sotto scacco la banca centrale che ha tagliato le stime di crescita per il 2019 e 2020 e conferma una politica monetaria fortemente accomodante con tassi allo 0,75% e QE.
La partita resta aperta…