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Banche, calo dei npl: -30% nel 2018 a 86 mld

(Teleborsa) – A fine 2018 la massa dei crediti deteriorati netti delle banche italiane è sceso di 43 miliardi rispetto al 2017, con un calo del 30% in un solo anno, portandosi a un totale di 86 miliardi, ben al di sotto della metà dei 198 miliardi toccati nel 2015.

A dirlo è uno studio Mediobanca che ha analizzato 422 bilanci, di cui 43 consolidati, con l’esclusione di Cdp dai dati aggregati. Dal report è emerso che nel 2018 i principali istituti hanno gestito il “cattivo credito” attraverso la cessione di pacchetti di npl a veicoli specializzati nella gestione di crediti problematici, la gestione interna, la svalutazione contabile e l’allocazione tra le attività in via di dismissione.

Il coefficiente patrimoniale di vigilanza si attesta al 16% per il sistema: le banche Commerciali (16%) sono in linea con la media, le Bcc segnano un valore superiore (16,9%), mentre le Popolari un certo ritardo (15%).

Lo studio ha anche evidenziato il dato dell’attivo tangibile degli istituti italiani (dati non consolidati) che ammonta a 2.621 miliardi, in diminuzione di 42 miliardi (-1,6%) sul 2017. Il roe 2018 del sistema è positivo (5,4%): l’utile aggregato è stato pari a 10,6 miliardi di euro (invariato rispetto all’anno precedente).

Al risultato positivo hanno contribuito le banche Commerciali (6,6 miliardi di utile, roe al 5,1%), quelle Popolari (435 milioni, anche se in diminuzione rispetto al 2017, roe all’1,4%) e le Bcc (567 milioni, in recupero sul 2017, roe al 3,6%).

Per il 2018, è stato ricordato, è continuata la politica di aggregazione tra istituti, 18 da parte delle Bcc (percorso iniziato nel 2016), 5 da Intesa Sanpaolo e 3 da Crédit Agricole Cariparma.

Fronte costo del lavoro, le banche hanno effettuato un forte taglio del 9,6%, -7,1% il costo degli oneri amministrativi. Sempre dallo studio Mediobanca è emerso il miglioramento del cost/income ratio, sceso dal 75,1% (2017) al 66,9% (2018): le Bcc (75,1%) e le Popolari (72,3%) si segnalano per valori elevati, al di sopra della media generale, mentre le Commerciali si attestano al 65,9%.

Quanto a costo del lavoro, la forza lavoro ha visto un calo de 3,1%, con una perdita di quasi 9mila posti di cui 7mila nelle banche Commerciali (-4%, con poco meno di 7.000 unità), seguite dalle Popolari (-3%, per poco meno di 2.000 unità), e in leggero calo quella delle Bcc. Negli ultimi dieci anni, il taglio occupazionale è stato di circa 51.000 unità (-17,4%), soprattutto con l’incentivazione all’esodo: quasi 2.000 (7,3%) gli sportelli chiusi nel 2018.

Infine, la raccolta dalla clientela per sportello vale 65 milioni per il sistema e 69 milioni per le banche Commerciali e scende a 38 milioni per le Bcc. Il conto economico vede inoltre l‘aumento del margine di interesse (+6,1% sul 2017) e dei dividendi incassati (+8,4%), la flessione dei ricavi commissionali (-1,5%) e del trading, quasi dimezzato, che passa da 1,2 miliardi nel 2017 a 0,7 miliardi nel 2018, l’aumento dei ricavi (+2,1%), quale saldo delle dinamiche precedenti, le svalutazioni dei crediti, che calano del 46,4% (-9,1 miliardi), da 19,7 miliardi a 10,6 miliardi.

(Foto: © Grosescu Alberto | 123RF)


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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