(Teleborsa) – La situazione della Banca Popolare di Bari era nota da tempo ed il suo “dissesto” rischia di avere ricadute pesanti sull’economia e sul risparmio ed indurre un effetto contagio. E’ l’allarme lanciato da Bankitalia in un documento di approfondimento dell’attività ispettiva svolta sull’Istituto pugliese, che ha portato venerdì scorso al commissariamento e nel weekend al salvataggio mediante immissione di fondi di garanzia a tutela dei risparmiatori.
Dal documento emerge che “l’aggravamento della situazione aziendale della Banca Popolare di Bari è stato più volte portato all’attenzione del Ministro dell’Economia e delle Finanze”, con lettere datate 27 febbraio, 3 maggio, 2 ottobre e 26 novembre 2019, e che il suo salvataggio mediante cessione, secondo lo scema seguito per le banche venete, sarebbe “impossibile senza un consistente aiuto di Stato a fondo perduto” a causa della carenza di controparti interessate e di ingenti oneri e assorbimenti patrimoniali delle attività acquisite.
Bankitalia avverte però che “nell’ipotesi in cui si dovesse pervenire a uno scenario liquidatorio con rimborso dei depositanti, senza cessione di attività e passività ad un altro intermediario (salvataggio, Ndr), le ricadute del dissesto sarebbero assai rilevanti, sia sul tessuto economico sia sul risparmio locale”.
La liquidazione – spiega l’Istituto di Via Nazionale – porterebbe infatti all’azzeramento delle azioni, che potrebbe “esarcerbare” la battaglia legale con i soci a motivo delle irregolarità con cui sono stati condotti gli aumenti di capitale (da 550 milioni) e collocati i prestiti subordinati (290 milioni di euro) in gran parte presso la clientela al dettaglio. “Sulla base di prime stime – si rileva – verrebbero inoltre colpiti integralmente i creditori chirografari e i depositi eccedenti i 100.000 euro non riconducibili a famiglie e piccole imprese, con il rischio che siano colpiti, in quota parte, anche quelli superiori a 100.000 euro facenti capo a tali ultimi soggetti”.
Non solo, la crisi della Banca Popolare di Bari potrebbe generare un effetto contagio per le altre piccole banche locali ed il blocco dell’operatività creerebbe un “forte pregiudizio” per il finanziamento di famiglie e imprese con impatti “considerevoli” sul territorio e sui livelli occupazionali (circa 2.700 dipendenti).
Il salvataggio con l’ausilio del Fondo interbancario (FITD), tuttavia, implicha rimborsi a favore dei depositanti protetti per un importo complessivo di euro 4,5 miliardi, a fronte di una dotazione finanziaria che a dicembre 2019 sarà pari a 1,7 miliardi. “Ciò implicherebbe – segnala Bankitalia – l’esigenza di attivare integralmente il finanziamento per 2,75 miliardi sottoscritto nell’agosto 2019 con un pool di banche e finalizzato a fornire prontamente al Fondo risorse per i rimborsi”.