(Teleborsa) – Il Gruppo ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 7,1 milioni di euro, in crescita del 14% rispetto al primo semestre 2018, anche grazie ad una minore incidenza degli oneri fiscali.
Nello stesso periodo i ricavi sono aumentati del 6% a 189 milioni di euro, grazie alle attività di produzione del lanciatore Vega e alle attività di sviluppo del nuovo vettore spaziale Vega C di prossima generazione. L’EBITDA Reported è cresciuto dell’11% attestandosi a 16,1 milioni di euro e l’EBIT Reported del 5% a 8,1 milioni.
Posizione Finanziaria Netta al 30 giugno pari a +20,4 milioni di Euro (+49,1 milioni di Euro al 31 dicembre 2018) in linea con le attese dell’ordinario andamento del ciclo finanziario aziendale e considerando il pagamento dei dividendi nel mese di maggio per un valore di 11,6 milioni di Euro (+16% rispetto al dividendo 2018).
Portafoglio ordini in calo a 745 milioni di Euro (-15%) in attesa della conferenza ministeriale 2019 dell’ESA e della firma dei prossimi batch dei lanciatori Vega C e Ariane 6. Nuovi ordini per il nuovo motore P120 (Ariane e Vega C) sono attesi nel terzo trimestre per un valore complessivo di circa 80 milioni di euro.
“Nella prima metà dell’anno – ha spiegato l’Ad Giulio Ranzo – abbiamo completato con successo i test di qualifica dei nuovi motori P120C e Zefiro40, (rispettivamente primo stadio comune a Vega C e Ariane 6 e secondo stadio del lanciatore europeo Vega C). Questi test rappresentano un passaggio fondamentale per il nuovo Vega C il cui volo di qualifica è previsto nel primo semestre del 2020. Al tempo stesso abbiamo condotto le campagne di prova del modello in scala ridotta della camera di combustione del motore M10 a Ossigeno-Metano per lo stadio superiore del futuro Vega E (a breve il primo test al banco in scala reale della camera di combustione)”.
L’Amministratore Delegato, nel corso del CdA, ha illustrato i risultati dell’indagine della Commissione Indipendente d’Inchiesta guidata da ESA e Arianespace, con il supporto di Avio, in relazione all’anomalia che ha portato alla conclusione prematura della missione VV15 nel mese di luglio (prima volta nella storia del lanciatore Vega, dopo 14 lanci consecutivi di successo).
Tra le possibili cause del malfunzionamento la più probabile è collegata ad un’anomalia del comportamento termo-strutturale della calotta superiore del motore di secondo stadio Zefiro23. La Commissione ha identificato un piano di verifiche dei risultati e un piano di azioni correttive per la risoluzione del problema identificato. Il ritorno al volo di Vega, a seguito della verifica dell’implementazione delle azioni correttive, è previsto per il primo trimestre del 2020. È stato inoltre avviato il processo di valutazione degli eventuali effetti economico-finanziari di breve termine.
“Stiamo lavorando molto intensamente con il supporto di ESA ed Arianespace per risolvere il problema e tornare a volare entro il primo trimestre del 2020 nel rispetto dei requisiti di sicurezza e affidabilità”, ha assicurato Ranzo, precisando “l’anomalia di Vega non modifica i nostri programmi di crescita di medio e lungo termine”.
“Continuiamo a lavorare – ha sottolineato – allo sviluppo di nuove tecnologie e stiamo avviando il progetto SPTF in Sardegna, per i test sui motori criogenici. Nel frattempo, abbiamo completato la configurazione del nuovo SSMS, il dispenser in grado di portare contemporaneamente in orbita numerosi piccoli satelliti per soddisfare le richieste sempre più sofisticate dei Clienti. Rimaniamo quindi focalizzati e confidenti sulle opportunità di creazione di valore per gli azionisti nel lungo termine”.