(Teleborsa) – E’ in sostanza la prima volta che gli Stati Uniti si dicono “pronti” a cominciare negoziati con l’Iran senza pre condizioni. L’annuncio viene dalla città svizzera di Bellinzona da parte del Segretario di Stato americano Mike Pompeo in Europa per accompagnare il Presidente Trump nella sua imminente visita in Gran Bretagna. La dichiarazione di Pompeo è giunta subito dopo la conclusione di un incontro con il Ministro degli Esteri svizzero Ignazio Cassis: “Gli Stati Uniti sono pronti a negoziare con l’Iran senza precondizioni e lo faremo quando vedremo l’Iran comportarsi come una nazione normale”.
Il riferimento dovrebbe riguardare l’atteggiamento di Teheran sulla rinuncia al proseguimento del proprio programma nucleare e alla presenza dei Pasdaran (i Guardiani della Rivoluzione) nella regione del Golfo persico. Sulla possibilità che il Paese medio orientale possa indire un referendum appunto sulla rinuncia a proseguire sul nucleare c’era stato nei giorni scorsi l’annuncio a sorpresa dello stesso Presidente iraniano Hassan Rouhani.
Da parte sua, Rouhani ha intanto reso noto, attraverso una nota pubblicata sul sito del Governo, che “per negoziare con gli Stati Uniti è indispensabile un quadro di rispetto e all’interno del diritto internazionale: siamo uomini di ragione e di negoziazione se, e solo se, ci sediamo al tavolo dei negoziati con rispetto e nel quadro del diritto internazionale; non se i negoziati derivano da un ordine. Abbiamo dimostrato finora che non ci sottomettiamo al potere tirannico”. Più che chiaro il riferimento a Donald Trump.
In ogni caso, la Svizzera è lo Stato “neutrale” che cura gli interessi degli Usa in Iran. Tra i due Paesi, infatti, da 40 anni non ci sono rapporti diplomatici in quanto perennemente in rotta di collisione tra alti e bassi. Ostilità che si è decisamente aggravata da quando, per decisione di Trump, gli Usa hanno abbandonato unilateralmente l’accordo sul nucleare che il Presidente Barak Obama nel 2015 aveva firmato con l’Iran e con i paesi del Consiglio di Sicurezza dell’Onu più la Germania. Ma già da qualche tempo è in atto una decisa mediazione avviata dalla diplomazia elvetica. .
Una situazione di reciproche minacce, anche tra gioco diplomatico e propaganda, che tuttavia ha visto di recente il rafforzamento della presenza militare americana nel Golfo Perisco con la risposta di incursioni sempre più pericolose di unità militari iraniane in tutta la regione del Golfo. Ben 4 petroliere, di cui 2 saudite, sono state infatti bersaglio di attacchi, peraltro misteriosi, al largo dell’emirato di Fujairah, fuori dallo stretto di Hormuz. Sia Stati Uniti che Arabia Saudita hanno apertamente sollevato il sospetto che dietro questi “attacchi” ci sia stata la mano degli iraniani, senza tuttavia confermare ufficialmente le accuse. in maniera definitiva.