(Teleborsa) – Anief risponde alla proposta di riforma della scuola arrivata dal ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini, che ha chiesto di accelerare sull’attuazione del programma di governo anche in tema di istruzione.
“La scuola – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato autonomo – non ha bisogno di altre riforme, magari sbagliate, come quelle approvate negli ultimi 15 anni, a partire da quella Moratti, passando per il dimensionamento del Governo Berlusconi del 2008 sino alla nefasta Buona Scuola di Renzi”.
“Nel capitolo della scuola di contratto di Governo – continua il sindacalista – non si fa cenno alcuno allo spezzettamento dell’organizzazione dell’istruzione in tante parti quante sono le regioni. Non vorremmo che questa riforma della scuola, annunciata dal ministro Salvini, si riferisca invece proprio a quell’autonomia differenziata tanto cara ai politici e agli imprenditori del Veneto e dell’Emilia Romagna. Sulla regionalizzazione, inoltre, c’è già il beneplacito del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, secondo il quale l’autonomia è un’opportunità che porterebbe maggiori risorse”.
“Per Anief, come per tutto il fronte sindacale, ma anche per il Mef e il M5S, regionalizzare la scuola significherebbe produrre un attentato all’unitarietà del sistema pubblico scolastico nazionale, con il 23% dei docenti che potrebbero passare subito già agli enti locali. Il primo effetto sarebbe quello di affossare le scuole e i servizi del Sud Italia, già sofferenti per via della mancata presenza di strutture e agenti culturali a supporto”.
“Se invece si vuole davvero riforma la scuola andando a tagliare i rami secchi e a risolvere i problemi annosi, come i mancati finanziamenti, gli stipendi più bassi d’Europa, la supplentite, l’affollamento delle classi, il mancato seguito delle direttive emesse da Bruxelles in fatto di reclutamento, allora – conclude Pacifico – saremmo ben lieti di dare il nostro apporto”.